Nefrologi calabresi a confronto sulle problematiche di diagnosi e terapia
Le esigenze, sempre crescenti e spesso sottovalutate, del paziente nefropatico sono state oggetto di attenzione di tanti medici che sono giunti da tutta la Calabria per discutere sulle problematiche del territorio in nefrologia e dialisi. A consentire questo dialogo, nell'intento di proporre delle soluzioni, è stato il congresso su “La Nefrologia in Calabria: tradizione e futuro tra i due mari”, promosso dalla S.I.N. (Società Italiana di Nefrologia) sezione Calabria e tenutosi oggi, 23 settembre, presso il Campus Universitario di Catanzaro. Patrocinato dalla Regione Calabria, dall’Università Magna Graecia, dall’A.O.U.P. ‘Mater Domini’, dall’ANED, dal Comune di Tiriolo, dalla Croce Bianca di Catanzaro e anche dall'Associazione Nazionale Carabinieri di Catanzaro, che ha rinnovato la sua sinergia con la S.I.N. mettendo a disposizione i propri volontari ai fini dell'assistenza e vigilanza nel corso dell'intera giornata di studio, il congresso è stato l'occasione per presentare, con il supporto di relatori di elevata esperienza e di giovani leve della nefrologia calabrese, gli aspetti attuali relativi ad ogni settore della nefrologia, dalle ecografie alla dialosi fino al trapianto. Ma, come ha spiegato il professore Giorgio Fuiano, presidente della S.I.N. Calabria, ha anche rappresentato un momento di confronto fra i medici specialisti diretto a “capire cosa si è fatto fino ad adesso, cosa si può fare di meglio e cosa va corretto”. Ribandendo la valenza tecnico-scientifica della nefrologia in Calabria, che fra le altre cose vede a Reggio Calabria la presenza di uno dei migliori centri italiani, ed evidenziato l'alta professionalità dei nefrologi calabresi, nonché l'efficienza della scuola di specializzazione che, dagli anni Novanta, sforna ragazzi preparati, il presidente della S.I.N. regionale ha parlato delle diverse problematiche che “potrebbero essere risolte con una politica più intessata e intenzionata a rispondere alle esigenze dei pazienti nefropatici e in dialisi”, che tra l'altro, come ha precisato lo stesso, sono per lo più anziani.
“Il fatto che in Calabria i centri nefrologici siano per la maggiore pubblici – ha commentato Fuiano - è un vantaggio, perchè significa che sono più facilmente controllabili e gestibili dalla Regione, se questa funzionasse adeguatamente. Le problematiche sono diverse in ciascuna regione, - ha continuato – e quelle della Calabria sono legate al suo territorio particolarmente disagiato, che crea problemi in particolare ai pazienti che devono raggiungere un centro per fare la dialisi. Per cui ci vorrebbe, prima ancora di un incremento, che comunque è necessario, una redistribuzione delle risorse che andrebbero allocate in maniera logica. Inoltre, va dato un maggiore impulso al settore trapianti. In Calabria, nonostante la bravura dei trapiantologi, vi sono pochi reni, poche donazioni e quindi si fanno pochi trapianti. Pertanto molti pazienti continuano ad andare fuori regione”. L'alta competenza va meglio “gestita”.
“L'obiettivo della Società Italiana di Nefrologia calabrese – ha aggiunto la nefrologa Mariadelina Simeoni, segretario della sezione S.I.N. - è quello di creare un dialogo con le istituzioni in modo tale da condividere tutte le problematiche del settore, alla luce anche della nostra esperienza tecnica, poichè noi che siamo sul campo possimo meglio rappresentare alla classe politica la realtà del paziente”.
Dunque, l'intento è quello di consapevolizzare gli enti istituziononali, affinchè venga realizzata una riorganizzazione dei servizi sanitari di nefrologia e dialisi nel territorio calabrese, tenendo conto delle esigenze dei malati. L'A.N.C. sezione “G. Arruzzo” non può che condividere le finalità della S.I.N. regionale, sempre in prima linea nella ricerca e e nell’ottimizzazione della gestione clinica del paziente nefropatico.