Confcooperative su Fondi Strutturali Comunitari: risorse non sufficienti per lo sviluppo
Martedì 22 settembre, nel corso della partecipazione al Comitato di Sorveglianza Por Calabria FSE 2007-2013, abbiamo colto l’occasione per esprimere attraverso la presenza del Presidente Camillo Nola, una posizione chiara sul ruolo e sulle prospettive dei Fondi Strutturali Comunitari gestiti dalla Regione: “da sole queste risorse non sono sufficienti per stimolare lo sviluppo e soddisfare i bisogni primari della Calabria, - dichiara Confcooperative Calabria - anche per la scarsa flessibilità dello schema cui fanno riferimento. Altra criticità ad oggi dei fondi strutturali è il cofinanziamento da parte regionale e nazionale, reso difficile dal Patto di Stabilità, da cui questi investimenti dovrebbero essere strategicamente esclusi. Questo significa che le attuali difficoltà non dipendono solo dalla incapacità strutturale della Regione ad attuare i programmi, ma anche dalla intrinseca rigidità della Commissione UE, che pone tutti in Europa sullo stesso piano, dalla Baviera alla Frisia, alla Calabria. C’è bisogno, quindi, di rinnovare e sostenere l’attenzione tecnica e, soprattutto, politica sui Fondi di Sviluppo e Coesione (FSC) e sui Piani di Azione e Coesione (PAC), - prosegue - a forte guida nazionale, che stanno diventando strumenti potenzialmente capaci di impattare in modo ancor più significativo sullo sviluppo infrastrutturale della nostra regione; avendo questi fondi come principale obiettivo le cosiddette “infrastrutture pesanti”, per cui servono piani, progetti, e tempi di realizzazione compatibili con l’urgenza di dare sfogo alla soddisfazione dei bisogni primari dei nostri territori. Questi strumenti stanno accumulando fondi ingenti e si devono integrare con la programmazione dei fondi strutturali regionali ed i PON nazionali per avere un’unica politica di coesione.
Entrando nel particolare del tema del Comitato di Sorvegliamza, cioé i fondi FSE 2007-2013 abbiamo è apprezzato lo sforzo messo in piedi da parte della struttura tecnica e della politica per concludere con dignità l’ultimo anno di programmazione e prendiamo atto della rimodulazione approvata, che prevede lo spostamento di circa 117 mln sulle linee di salvaguardia dei PAC; comunque ciò dimostra le gravi difficoltà nell’attuazione di questi programmi in Calabria. Mentre attendiamo maggiori informazioni sulla comunicazione del blocco dei pagamenti del Fondo, - conclude - auspichiamo tempi rapidi per l’analisi della situazione e per la risoluzione delle problematiche. Abbiamo, infine, chiesto all’Autorità di gestione Dott. De Marco uno stato dettagliato e complessivo dei PAC, in termini di risorse e per destinazione, distinguendo per linee di salvaguardia, progetti retrospettivi e utilizzi nazionali, ovvero cosa salveremo per la nostra terra e, per esempio, quanto sarà il contributo calabrese alla decontribuzione dello Jobs act nazionale.”
Il Presidente Nola ha, infine indicato quattro interventi strettamente necessari per dare efficacia generale all’utilizzo dei Fondi strutturali gestiti dalla Regione: “Per dare sostanza al piano di rafforzamento amministrativo richiesto dalla Commissione – afferma Nola -sarà necessaria una seria riforma della PA calabrese comprensiva di un generoso ricambio generazionale. Bisogna affrontare il tema delle piante organiche, di una mobilità sostenibile ed indire concorsi pubblici trasparenti, per iniettare negli uffici regionali nuove competenze ed energie. Perché con le attuali risorse e competenze, difficilmente porteremo a compimento l’attuazione delle nuove politiche di coesione. Poi bisogna, finalmente, adoperare i costi standard, per eliminare la discrezionalità, garantire maggiore trasparenza, per accellerare l’iter di attuazione e per offrire una reale valutazione delle performance. Inoltre, per alleggerire ulteriormente i carichi sulla PA regionale e semplificare, si dovrebbe introdurre il concetto di sussidiarietà per i passaggi burocratici più leggeri, come ad esempio la ricevibilità dei progetti per i bandi, e rafforzare comunque sempre di più l’approccio negoziale. Infine, - conclude - unificare attraverso ARCEA il sistema dei pagamenti e dei controlli, per sgravare i Dipartimenti Bilancio e Programmazione di competenze che devono essere ben distinte dall’attività ordinaria e dai compiti di attuazione.”