Filippelli (Italia del Meridione): dal senatore Gentile poca chiarezza
"Alcune volte è molto difficile, anche per uno “navigato” come me, capire o interpretare correttamente un certo linguaggio politico, quello che dice e non dice, che dice e contraddice. Lungi da me la voglia di polemizzare con il senatore Gentile, ma le sue considerazioni sul consiglio regionale apparsa di recente sulla stampa, non mi sono piaciute". E' quanto scrive il segretario regionale Idm, Nicodemo Filippelli.
"Non ho capito, infatti - continua la nota - che cosa significa l'invito a “parlarne”, dopo l'annuncio che a breve, nel pronunciarsi sulla legge elettorale, la Corte Costituzionale potrebbe azzerare tutto in Calabria. Non ho capito che cosa significa che ci si affida al “rispetto devozionistico del giudice delle leggi”, quando qualche riga prima si auspica che lo scioglimento del Consiglio non avvenga, anche perché il Governo Oliverio è stato legittimato dal consenso popolare. E leggo una stridente contraddizione tra la dichiarazione che si ha "a cuore le sorti della Calabria" e la messa in evidenza dell'errore commesso dal Consiglio regionale "nel momento in cui continuò a legiferare in sede di vacatio legislativa", per cui il ricorso della DC potrebbe essere una “cosa seria”. E mi pare un'assurdità collegare la disponibilità a collaborare, sia pure in sede programmatica, a prescindere da ogni polemica, all'attesa di una risposta positiva sulle proposte avanzate dal nuovo Centrodestra in materia di personale. Semplici contraddizioni? Non mi pare, Tonino Gentile è troppo intelligente. Leggo nella sua nota più un messaggio ricattatorio che altro, un messaggio d'avvisaglia di tempesta. Certo è difficile capire quell'invito a “parlarne”. Interpreto: la Corte Costituzionale potrebbe o non potrebbe azzerare tutto in Calabria dipende da cosa o da come si discute. Sarebbe stato più facile, più lineare dire il proprio pensiero con schiettezza, alla luce del sole. A noi dell'Idm piace essere chiari. Abbiamo sostenuto sin dalla prima ora, lealmente, Mario Oliverio, e continueremo a sostenerlo, perché condividiamo il suo programma, perché abbiamo fiducia nel suo operato, perché riteniamo che la Calabria abbia bisogno di un governo, di certezze, di progetti creativi, di posti di lavoro per i tanti giovani disoccupati. Il vuoto di potere per un possibile e “spinto” scioglimento del Consiglio andrebbero ad aumentare le difficoltà, le carenze, i bisogni, la miseria della nostra regione. L'azione di governo ha bisogno di serenità e di chiarezza nei ruoli che maggioranza e minoranza debbono svolgere. E la minoranza ha un ruolo ben definito: proporre, stimolare, controllare. La maggioranza deve realizzare il proprio programma con determinazione, confrontarsi con tutti i soggetti politici e sociali, evitando inciuci e intruppamenti. La democrazia si difende e si sviluppa nella chiarezza delle posizioni. Noi non temiamo che la Magistratura nell'esercizio del suo dovere, dimostrando autonomia, senso di responsabilità e disdegnando interpreti, sollecitazioni e anticipatori di sentenze vada ad assumere una decisione, anche dolorosa, nei confronti della Calabria. Noi coltiviamo la speranza che qualsiasi decisione non potrà andare a mortificare la sovranità popolare più di quanto sia stato fatto in questi ultimi anni con pseudo riforme. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. La forza e l'autorevolezza dello stato passano attraverso la saldezza della fede nella libertà e nelle istituzioni rappresentative. Nessuno può arrogarsi il diritto di indebolire o minare questa saldezza o di fermare la corsa di Oliverio verso l'alba del domani".