L’Assessore Roccisano sul Premio “Giovanni Grillo”, un deportato calabrese
L’Assessore regionale all’Istruzione Federica Roccisano – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta – auspica una larga partecipazione, da parte degli studenti, al “Premio Grillo”, riservato alle scuole, che prende spunto dal libro “Giovanni Grillo, da Melissa al lager, la vicenda di un deportato calabrese” ed è supportato anche dall’Ufficio scolastico regionale.
I termini per la partecipazione sono fissati, per gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado calabresi, al prossimo trentuno ottobre. Saranno premiati i primi due migliori lavori di gruppo realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado ed i primi due migliori lavori di gruppo realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Gli studenti dovranno ispirarsi e trarre spunto dal libro “Giovanni Grillo da Melissa al lager la vicenda di un deportato calabrese”,che sarà disponibile in modo gratuito per ciascuna scuola partecipante. I lavori dovranno trattare gli aspetti ritenuti più significativi e rilevanti della storia di Giovanni Grillo, nonché il periodo d’internamento e le persecuzioni nazifasciste perpetrate nell’ultimo conflitto mondiale. Gli elaborati inviati all'Ufficio Scolastico per la Calabria entro il 10 dicembre 2015, saranno valutati da un’apposita commissione presieduta da Michelina Grillo, figlia di Giovanni. Le premiazioni si terranno il ventisette gennaio dell’anno prossimo, nell’ambito di una manifestazione organizzata in occasione della Giornata della Memoria. “Sono convinta - ha detto l’Assessore Roccisano - che ricordare storie di deportazioni e persecuzioni sia utile oggi per non dimenticare l’orrore e la violenza che il razzismo può generare, e, allo stesso tempo, per proteggere, proprio tramite la memoria, le giovani generazioni dai richiami dei movimenti xenofobi dei giorni nostri. Inoltre, le opere stesse dei ragazzi permetteranno alla storia del nostro corregionale Giovanni Grillo, come quella dei tanti figli della Resistenza Italiana finiti ad ingrandire le fila dei prigionieri nelle mani dei tedeschi, di essere ricordata come una parte della fase storica più cruenta che ha interessato il nostro paese e l’Europa del secolo scorso”.