Diga sul Melito: la delusione dei dipendenti del Consorzio Ionio-Catanzarese

Catanzaro Attualità

In questi giorni sui vari quotidiani locali non si fa altro che leggere tanti proclami da parte di istituzioni ed organizzazioni sindacali relativamente all’annosa questione della definitiva concretizzazione della realizzazione della Diga sul Melito: dichiarazioni di ottimismo, di volontà di eseguirla in tempi rapidi data la crisi idrica che attanaglia la nostra Regione… peccato che invece nessuno parli della reale situazione del cantiere della Diga e delle persone che ogni giorno si recano sul posto di lavoro per prestare con serietà e scrupolosità la loro opera ma che sono già consapevoli che sarà ancora per poco tempo… ebbene si, nessuno ne parla, ma da fine agosto in poi circa cinquanta lavoratori della Diga tra maestranze, tecnici di laboratorio, ingegneri ed altre figure professionali, tutti dipendenti del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, non avranno ulteriori rinnovi contrattuali e saranno costretti a chiedere il sussidio di disoccupazione che, si sa, viene erogato solo per pochi mesi… dopo di ché, i lavoratori vivono già nell’angoscia di non sapere come riuscire a mantenere le proprie famiglie! La motivazione dei mancati rinnovi? Non ci sono più fondi a disposizione x pagare gli stipendi. Il progetto generale inerente lo sbarramento è bloccato da tempo - come si evince anche dalle numerose interpellanze parlamentari urgenti degli ultimi tempi - tra ministeri, RID, etc che stanno valutando, si spera, le modifiche apportate ed imposte dalle nuove normative vigenti; nonostante ciò i lavori di rivestimento delle due gallerie di scarico di fondo e “forse” quello della vasca di dissipazione proseguiranno fino al prossimo anno anche senza l’apporto di quei lavoratori che per circa sette anni, pur con le notevoli difficoltà legate all’ubicazione del cantiere soprattutto nel periodo invernale (sopportando, pur di lavorare, condizioni climatiche proibitive che arrivano fino a -10°C), hanno prestato il loro servizio, tanto da maturare la necessaria esperienza e professionalità che per la costruzione di una siffatta opera dovrebbe essere richiesta e soprattutto, una volta che la si possiede, tutelata. I lavoratori con la presente vogliono rendere nota questa situazione, e chiedere a chi può dare una mano per risolverla, in particolare alle istituzioni a livello regionale, di mettersi all’opera per trovare i fondi necessari affinché gli stessi a fine contratto non vengano mandati a casa e possano continuare a vivere dignitosamente.