‘Ndrangheta. Blitz nel torinese: 17 indagati per droga ed usura
Un maxi blitz contro la ‘ndrangheta attiva nel torinese, è in corso da stamani all’alba tra il capoluogo piemontese e Nichelino. L’operazione, denominata “Hunters”, è condotta dalla Squadra Mobile e dal Servizio Centrale Operativo (Unità indagini Patrimoniali) dalla polizia di stato che sta eseguendo decine di perquisizioni e 17 misure cautelari (tra arresti in carcere, ai domiciliari e notifica di obblighi di firma o di dimora) a carico di altrettante persone che gli investigatori ritengono affiliate alla ‘ndrangheta calabrese e responsabili dei reati di traffico di stupefacenti, usura e intestazione fittizia di beni.
Su disposizione del Gip del capoluogo piemontese eseguito inoltre un sequestro preventivo di beni per oltre 4 milioni e mezzo di euro tra cui vi sarebbero anche cavalli da corsa, uno dei quali figlio del noto Varenne, e una macchina punzonatrice con la quale venivano contraffatte monete da 50 centesimi. Rinvenute, inoltre, armi ed ingenti quantità di droga.
Agli indagati - tra cui vi sarebbe un noto esponente della‘ndrangheta di Moncalieri, ma non destinatario della misura cautelare - sono stati contestati diversi episodi di detenzione ai fini di spaccio di cocaina e marjuana droga che, da quanto appreso dagli investigatori, arrivava dai principali trafficanti calabresi trapiantati nel nord Italia ed in Spagna. Contestata inoltre l’usura ai danni di un tabaccaio di Nichelino. A fronte di un prestito al commerciante erano stati applicati tassi di interesse superiori al 100% annuo. Sempre secondo gli inquirenti i guadagni illeciti sarebbero serviti agli arrestati per mantenere alcuni ‘ndranghetisti detenuti in carcere a seguito delle recenti operazioni “Crimine” e “Minotauro”.
I DETTAGLI E I NOMI DEGLI INDAGATI
L’operazione di oggi è stata definita “Hunters” dal nome di via dei Cacciatori, la strada di Nichelino dove risiedono alcuni degli arrestati e dove si sarebbe concentrata l’attività di spaccio di droga che, per gli inquirenti, era gestito dai fratelli Giuseppe e Davide Prochilo e da Raffaele Giordano.
Sulla base delle risultanze raccolte nel corso dell’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, il Giudice delle Indagini Preliminari ha emesso un’ordinanza di misura cautelare nei confronti dei seguenti soggetti:
CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE: Davide Prochilo, classe 1967, di Moncalieri; Giuseppe Prochilo, classe 1971, di Nichelino; Raffaele Giordano, classe 1971, di Candiolo (TO); Fernando Ferreri, classe 1989, di Nichelino; Marco Miracca, classe 1971, di Nichelino; Giorgio Taverniti, classe 1974, di Nichelino (TO); Williams Crisafulli, classe 1977, di Nichelino (TO); Salvatore Todaro, classe 1969 , di Piovà Massaia (AT);
AGLI ARRESTI DOMICILIARI: Angelo Manzella, classe 1966, di Nichelino; Mario Mazzilli, classe 1961, di Collegno; Giuseppe Perna, classe 1945, di Vinovo; Giuseppe Russo detto “Jonathan”, classe 1976 di Nichelino; Daniele Spinello, classe 1986 di Nichelino (TO);
OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA P.G.: Mario Allegretti, classe 1977, di Nichelino; Fabio Caradonna, classe 1983, di Nichelino; Gaetano Lo Bue, classe 1954 di Nichelino (TO); Salvatore Scaffia, classe 1972, di Nichelino.
A tutti sono contestati plurimi episodi di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente (cocaina e marjuana). Tra gli indagati (non destinatario di misura cautelare) c’è anche il Rocco Schirripa, originario di Gioiosa Jonica ma residente in provincia di Torino, considerato appartenente al locale di ‘ndrangheta di Moncalieri.
I BENI SEQUESTRATI
Oltre alle misure cautelari personali, è stato eseguito anche il sequestro preventivo di nove immobili nei comuni di Torino, Candiolo, Nichelino, Moncalieri e Cropani (CZ); due bar a Moncalieri; una ditta di autotrasporti con sede a San Mauro Torinese; tre auto e due moto; ventisei rapporti bancari; sei cavalli da corsa. I cavalli da corsa sarebbero riconducibili a Raffaele Giordano, seppure intestati alla moglie; uno dei cavalli, di nome “Orilio”, è figlio del noto “Varenne”.
Per la polizia i fratelli Giuseppe e Davide Prochilo si sarebbero riforniti di droga dai principali trafficanti calabresi trapiantati nel nord Italia ed in Spagna. In particolare sarebbe stato accertato che con la determinante intercessione di Schirripa, i fratelli Prochilo avrebbero acquistato ingenti quantitativi di stupefacente.
Eseguiti anche vari arresti in flagranza di reato con il sequestro di importanti quantitativi di droga e armi da fuoco. Nel corso delle indagini sono stati rintracciati e tratti in arresto anche dei soggetti destinatari di provvedimenti restrittivi o latitanti: si tratta di Giorgio De Masi detto ‘u mungianisi, Cosimo De Masi e Rocco Schirripa. A Davide Prochilo è contestato il reato di usura ai danni del tabaccaio di Nichelino.
(Aggiornata alle 14:30)