Italia nostra e gruppo archeologico krotoniate per l’ex convento dei Cappuccini

Crotone Tempo Libero

Italia Nostra ed il Gruppo Archeologico Krotoniate “aderiscono all’appello lanciato da Linda Monte e da Margherita Corrado, relativamente al pericolo che incombe sull’intero complesso monumentale dell’ex Convento dei Cappuccini (risalente gli inizi del 1700), che ci risultava essere stato acquisito al Comune di Crotone nel 2004, mediante permuta con l’antico proprietario.

Il complesso monumentale dell’ex Convento, secondo il progetto del quale si ha notizia, dovrebbe essere inglobato all’interno del grande edificio oggetto della lottizzazione in atto, approvata dal Comune di Crotone, che andrebbe ad occupare l’intero compendio del Convento stesso, costituito da un ampio giardino, con impianto di sollevamento dell’acqua da una cisterna per l’irrigazione, nonché dall’annessa area cimiteriale, delimitata da un muro con portale e mascherone. Le strutture murarie della Chiesa conventuale e dell’annesso chiostro, a loro volta, rimarrebbero prigioniere all’interno della nuova costruzione, perdendo la loro fisionomia e funzionalità originaria.

C’è da considerare inoltre che l’ex Convento sorge su un’area di sedimentazione alluvionale, essendo stato costruito a suo tempo in prossimità della spiaggia, poiché la linea di costa era molto arretrata rispetto ad oggi. Ci troviamo del resto in un’area di grande interesse archeologico, come dimostrato dai consistenti resti di tessuto urbanistico antico individuato nel corso delle indagini archeologiche preventive alla realizzazione del costruendo nuovo Istituto Magistrale (loc. Acquabona), trovandoci altresì in quello che costituiva uno dei luoghi di approdo naturale dell’antica Kroton, quindi in età greca, tra la foce del fiume Esaro e l’acropoli. Questi i motivi per cui lo scavo delle profonde fondazioni del nuovo imponente fabbricato potrebbe riservare delle sorprese non certo gradite per il costruttore.

Pertanto, le associazioni Italia Nostra e Gruppo Archeologico Krotoniate chiedono che lo storico complesso conventuale, bene culturale, dopo l’opportuno restauro, venga preservato nella sua interezza per la fruizione dei cittadini e dei visitatori”.