Imprese artigiane, saldo in crescita
Il terzo trimestre dell’anno, registra tra le imprese artigiane, lo stesso numero di imprese iscritte e cancellate – seppure al netto di quelle d’ufficio - pari a 43. Questo, genera un saldo finale pari a zero, che colloca la nostra provincia tra le prime 30, nella classifica nazionale per tassi di crescita provinciali nel comparto artigiano. Seppure pari a zero, il saldo è in crescita rispetto alle due ultime rilevazioni trimestrali dell’ultimo triennio, considerati i saldi negativi registrati sia nel 2014 (-0.28%), che nel 2013 (-0.49%).
“Nel terzo trimestre dell’anno si assiste ad una stabilità del numero delle imprese artigiane– sono le parole del Presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese – Dopo i trend negativi verificatisi nel biennio precedente, non possiamo che accogliere il dato con ottimismo. Come già affermato per l’interezza del tessuto imprenditoriale, non bisogna sedersi sugli allori ma, anzi, è necessario che le istituzioni si impegnino per preservare e rafforzare maggiormente questi germogli di sviluppo che si intravvedono dall’analisi dell’andamento demografico”.
La disamina più puntuale della forma giuridica, rileva un saldo negativo (-4 imprese) tra le società di persone. Positivo invece, è il saldo delle ditte individuali (+2 unità). Nessuna variazione si registra invece, tra le società di capitali e altre forme (sostanzialmente consorzi e società cooperative. Le attività artigiane della nostra provincia rimangono rappresentate prevalentemente da ditte individuali, rappresentano ben l’84,6% del tessuto imprenditoriale artigiano dell’intera provincia. A seguire, le società di persone (12,1% del totale); le società di capitali, che rappresentano il 3,6% delle imprese. Irrilevante la percentuale delle altre forme giuridiche.
Seppure il saldo totale sia pari a zero, alcuni settori dell’artigianato, presentano saldi variabili; tra questi, le imprese artigiane afferenti alle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione che perdono 4 unità; le imprese edili che registrano una perdita di 3 unità. Saldi positivi, seppure estremamente contenuti lo registrano le Attività manifatturiere (+5 imprese); le Imprese non classificate (+2 unità); Attività professionali, scientifiche e tecniche (+1 impresa). Sostanzialmente stabili i restanti comparti.
A prevalere sono le imprese che operano in attività di tipo tradizionale ed in particolare, il 36,8% nelle costruzioni; il 25,4% degli imprenditori artigiani opera nel settore manifatturiero, l’11,7% in altre attività di servizi; l’8,7% nel commercio; il 6,7% nel trasporto e immagazzinaggio; il 5,1% nelle attività dei servizi di alloggio ristorazione. Esigua la percentuale degli altri settori.