I pazienti della Ra.Gi al Marca per un’esperienza di contaminazione artistica
Contribuire a migliorare la qualità della vita e il livello di benessere dei pazienti è uno degli obbiettivi principali del percorso di cura portato avanti dagli operatori specializzati della Ra.Gi. Onlus, che da 2008 si prende cura delle persone affette da Alzheimer, Parkinson e altre malattie con decadimento psico-cognitivo. È per questo che l’associazione ha aderito alla proposta della Fondazione “Rocco Guglielmo” che, tra le altre cose, prevedeva la possibilità di far effettuare delle esperienze di contaminazione artistica con gli ospiti del Centro Diurno della Ra.Gi.. Il primo incontro si è svolto al Museo Marca di Catanzaro con la mostra dell’artista Alberto Biasi dal titolo “Una nuova ottica (1959/2015). Start Up & Environment”.
L’iniziativa, che si è svolta martedì 10 novembre a partire dalle 10.30, in collaborazione con l’associazione culturale DICO, fa parte degli eventi collaterali previsti nell’ambito del progetto “Eventi Culturali” annualità 2015 (Por Calabria Fesr 2007/2013 - LI 5.2.3.1 - ASSE V- Progetto Integrato di Sviluppo Regionale). «Il cuore del progetto è l’esposizione di Biasi – hanno spiegato la dottoressa Maria Elena Zagari e la dottoressa Assunta Ciambrone della Fondazione “Rocco Guglielmo” - attorno alla quale saranno svolti tutta una serie di altri eventi ad essa connessi, come la visita guidata che apre le sale del prestigioso museo cittadino anche ad ospiti “particolari”».
Alberto Biasi è uno dei più noti e quotati artisti ottico cinetici italiani e la mostra ospitata al Marca propone circa sessanta opere che consentono di esperire effetti ottico – cinetici resi in vari modi. L’obbiettivo è quello di rendere partecipe il fruitore, assumendo al tempo stesso un aspetto ludico e interattivo. Si tratta di opere affascinanti e capaci di destare stupore.
Un viaggio tra luci, colori, effetti ottici e cinetici che ha meravigliato ed affascinato i fruitori “speciali”della mostra, tanto da stimolare in loro commenti positivi e vivo interesse nell’interagire con le opere proposte, attribuendo loro delle nuove denominazioni sulla base delle suggestioni che esse hanno stimolato.
L’arte è un potente mezzo di cura per le disabilità, come è stato dimostrato da recenti studi.