Mostra collettiva “MotorHead Art 2519 La sostanza che attiva lo sguardo”
MotorHead Art 2519 La sostanza che attiva lo sguardo”, una mostra collettiva che vede coinvolte l’industria Caffè Guglielmo e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro: il Museo Marca di Catanzaro si apre al territorio, valorizzando i talenti locali, arte, artisti e imprenditori illuminati pronti ad esaltare le potenzialità nella propria terra. E’ questa l’anima e la mission dell’esposizione inaugurata ieri pomeriggio alla presenza del presidente della Provincia di Catanzaro Enzo Bruno, del direttore del Marca e presidente della Fondazione Guglielmo, del direttore dell'accademia di Belle arti Anna Russo e l'imprenditore" illuminato ", Daniele Rossi. Obiettivo è quello di abbinare l’ancestrale funzione rituale dell’arte ad un altro rito importante, che si svolge giornalmente in ogni città italiana: l’atto del bere una tazzina di caffè come momento di socialità vissuta nello spazio conviviale.
La mostra, a cura di Simona Caramia, Giuseppe Negro, Raffaele Simongini, intende proporre un dialogo insolito tra riti differenti, che possono trovare terreno comune nell’esperienza estetica. Il progetto coinvolge 19 studenti dell’Accademia e Sten e Lex, artisti che concepiscono in modo rigoroso la funzione dell’arte quale centro di aggregazione della comunità.
Il plauso del presidente della Provincia di Catanzaro va a Rossi, “imprenditore illuminato” – conosco il suo valore ed è in grado di stimolare l’attività culturale aprendo a nuove opportunità, dice Enzo Bruno – ma anche al talento e all’impegno degli studenti e dei docenti dell’Accademia di Belle arti, senza tralasciare l’entusiasmo e il coraggio del direttore artistico del Marca, il notaio Rocco Guglielmo che ha “saputo aprire il museo al territorio attraverso nuove formule, dimostrando la riuscita di questa intesa con la Provincia che speriamo di potenziare ulteriormente”.
Accanto alla sperimentazione dei materiali e all’intensificazione dell’esperienza estetica, la mostra pone accento su un altro aspetto importante: lo stupore del processo creativo che non risiede più nell’intimo isolamento dell’artista nello studio, ma nella sua entusiastica adesione alla realizzazione di opere pubbliche per la collettività, finalizzate ad una attiva partecipazione delle persone ad un rituale contraddistinto dall’esperienza estetica. Avvicinandosi all’essenza delle materie, alla sue energia profonda, la mostra invita a compiere nuovi rituali, unendo arte e caffè.
Infatti le trasformazioni avvenute nel Novecento nel panorama artistico e nella società creano insoliti intrecci tra la cultura alta e quella popolare, tra l’esperienza estetica e la vita quotidiana e sollecitano un ripensamento sia della creazione sia della ricezione dell’opera d’arte.
Gli artisti seguendo l’eredità delle avanguardie sperimentano i più disparati materiali provenienti da differenti ambiti, come occasione esemplare di intensificazione delle nostre attività vitali. Secondo questa prospettiva, l’esperienza estetica non si esaurisce nella sfera dell’arte, ma è coinvolta anche nella vita quotidiana offrendo una preziosa chiave di lettura per interpretare la società odierna, connotata sempre di più da una estetizzazione diffusa.