Carchidi (Slc Cgil) su approvazione clausola sociale nei call-center
Circa un anno fa, il 21 Novembre 2014, andava in scena la “Notte Bianca dei Call Center”. Migliaia di lavoratori del settore sfilarono per le vie di Roma arrivando in Piazza del Popolo per passare una notte all’insegna della musica e del divertimento. Una protesta innovativa, alquanto inusuale, che rappresentò il punto di arrivo di scioperi generali di settore, iniziative e manifestazioni a livello locale e nazionale. Da quel momento in poi si conquistò un tavolo di confronto del governo con le parti sociali e datoriali, che avviò un iter di concertazione e confronto che ha portato ieri alla votazione in parlamento del testo definitivo. In questo anno innumerevoli sono state le iniziative messe in campo dalla Slc Cgil Calabria per sensibilizzare le forze politiche sull’argomento, diversi i contatti con la deputazione parlamentare calabrese che ha contribuito all’approvazione della legge.
“L’approvazione delle clausole sociali in Parlamento inserisce una salvaguardia importante per le migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore call center, che nella sola Calabria da occupazione a circa 15mila addetti”. Ha così dichiarato il Segretario della Slc Calabria.
“In questi anni siamo stati protagonisti di una battaglia di civiltà rivendicando un semplice e banale principio, nei cambi di appalto i lavoratori seguono l’attività – ha proseguito Carchidi – Una norma di buon senso, osteggiata per lungo periodo da poteri forti e da gruppi di pressione che dalla mancanza di regole hanno tratto beneficio e lucro sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende outsourcer”.
“I contenuti della norma, approvata oggi dalla Camera, rappresentano invece la soluzione ad una vertenza avviata oltre tre anni fa – ha dichiarato il sindacalista CGIL –15 mila lavoratori calabresi, approvata la norma in via definitiva dal Senato, potranno finalmente sentirsi lavoratori “normali” e non dover vivere ogni cambio di appalto, ogni perdita di commessa, come un preludio alla fine del proprio rapporto di lavoro”.
“Oltre ad una tranquillità maggiore per i lavoratori, questa norma potrà dare un grande beneficio al mercato – ha proseguito Daniele Carchidi – da oggi le gare potranno favorire quelle imprese in grado di offrire migliore qualità e efficienza, puntando ad una sana competizione sulla qualità del servizio erogato e non, come finora, sulla riduzione del costo del lavoro e quindi sulla compressione dell’occupazione, dei salari e dei diritti. Questa norma di dignità introdurrà regole tali da ridurre lo spregiudicato fenomeno delle gare al massimo ribasso”.
“All’inizio di questa battaglia in tanti erano convinti che non si sarebbe raggiunto un risultato concreto per i lavoratori, complice la frammentarietà del settore. Ed invece gradualmente la rivendicazione ha preso forma e vigore, compattando e rendendo consapevole un intero settore che in Italia conta ben 80 mila lavoratori resi, finora, precari dall’assenza di regole nel settore”. Ha affermato Carchidi che ha poi concluso - “Prendendo in prestito un aneddoto di Bertolt Brecht “chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” potremmo riadattarlo oggi, alla luce di quanto accaduto, aggiungendo che “a volte chi lotta può anche vincere”!!!”