Valleforita, l’accoglienza come risposta al terrorismo
Dal 23 Novembre al 3 Dicembre ancora una volta Vallefiorita si aprirà al mondo, accogliendo quattro gruppi di ragazzi e ragazze provenienti dalla Lituania, dalla Spagna, dall’Ungheria e dalla Turchia per lavorare insieme sul topic del progetto In search of lost tastes. Esso prevede la ricerca e il recupero di ricette e modi di preparazione e cottura tradizionali dei diversi paesi, ma anche e soprattutto di fiabe o leggende o di antiche tradizioni legate al cibo come, ad esempio la tavola di San Giuseppe, che prevede l’allestimento di una tavola e l’offerta di pasta e ceci (giallo e bianco che sono i colori del santo) ai poveri e agli stranieri come gesto di accettazione. Mangiare insieme ha un valore molto alto dal punto di vista simbolico. Il simposio e il banchetto portano il segno dell’unità, la condivisione del cibo ci parla di pacificazione, le parole collegate sono la famiglia, l’amicizia, l’ospitalità, la narrazione, la speranza nel futuro.
Sul tema stanno già lavorando da tempo i partecipanti italiani. Il progetto prevede oltre ai workshop pratici di preparazione di cibi italiani e calabresi (hilatiedhi, gnocchi, muriniedhi, zeppole e molto altro) e di piatti tipici delle culture ospiti, workshop di ricerca sui rapporti tra cibo e musica, arte, letteratura, cinema; workshop di storytelling con invenzione di racconti legati al cibo. Coerentemente con l’ideale di humanitas di Erasmo da Rotterdam, il filosofo da cui il programma prende il nome, quello che i progetti realizzati dalla Terra di Mezzo si propongono è la costruzione di un orizzonte di pace attraverso la condivisione di momenti di lavoro, di ricerca, di svago e di convivialità.
Gianni Paone, il Presidente dell’Associazione promotrice, la Terra di Mezzo, che lavora senza posa dal 2014, ha dichiarato che “questo è il quinto progetto realizzato dalla nostra Associazione. Quando diciamo che Vallefiorita accoglie il mondo non è solo uno slogan perché in un anno le strade del nostro paese sono state percorse dai giovani di 12 nazioni (Albania, Armenia, Azerbaijan, Bulgaria, Cipro, Lituania, Macedonia, Moldavia, Polonia, Spagna, Turchia, Ungheria), giovani con diverse abitudini alimentari, che praticano religioni diverse, che hanno idee politiche differenti, ciascuno con la propria storia personale.
Ma a Vallefiorita ciascuno di questi giovani ha trovato affetto e accoglienza e si è sentito a casa, anche grazie alla sensibilità dell’amministrazione comunale che ha sempre messo a disposizione le proprie strutture (teatro, biblioteca e foresteria). Vallefiorita è l’unico comune di tutta la Calabria, e forse dell’Italia che ha visto in un solo anno una simile gioventù eterogenea e multietnica, interessata a condividere conoscenze e saperi. Il sindaco Salvatore Megna e l’assessore alla cultura Giuseppe Mercurio, hanno sostenuto fin dall’inizio questo percorso, dimostrando apertura e volontà di ripensare le politiche giovanili.
“Noi crediamo che, in un momento così difficile, in cui i recenti fatti terroristici di Beirut e Parigi stanno minando la nostra fiducia di base verso il prossimo, e questo ci porterebbe, istintivamente, a chiudere le porte e a sottrarci ad ogni incontro con l’estraneo, noi siamo felici, come comunità di aprire le nostre case per accogliere. Siamo consapevoli del fatto che solo la conoscenza dell’altro, la comunanza, la condivisione possano creare rispetto e solidarietà tra culture diverse e amore e fratellanza tra i popoli. Riteniamo che questo degli scambi giovanili sia il percorso giusto da seguire. Esso si inserisce, a pieno titolo, nell’attività svolta quotidianamente dalla Biblioteca Errante di Vallefiorita, che si propone di estendere la rete territoriale dell’associazionismo e di promuovere, attraverso svariate forme di collaborazione, e non solo attraverso la promozione della lettura, quella solidarietà che può portare verso un mondo migliore e un futuro di pace.”