Deve espiare pena per tentato omicidio, 47enne arrestato a Montalto

Cosenza Cronaca

Un 47enne di Montalto Uffugo, Stefano Iero, è stato arrestato dai carabinieri della stazione locale che hanno eseguito un ordine di esecuzione della carcerazione, emesso ieri, 24 novembre, dalla Procura di Castrovillari. L’uomo deve difatti scontare una pena di 9 anni, 10 mesi e 14 giorni per tentato omicidio.

IL FATTO fu commesso a Castrovillari il 26 ottobre del 2006 ai danni di un vicino di casa, originario di Bagnara Calabra, nel reggino, ma residente nella cittadina del Pollino. Quel giorno, per questioni di confini, padre e figlio, secondo gli inquirenti, avrebbero sbarrato la strada (in via Falconara) alla vittima con la loro auto, una Ford Escort, mentre questi viaggiava su una Fiat Punto. Scesi dalle vetture i due avrebbero così aggredito il vicino prendendolo a calci e pugni. La vittima si accasciò a terra e fu allora, sempre in base a quanto ricostruito dagli investigatori, che padre e figlio avrebbero anche cercato di soffocarlo con una cintura dei pantaloni. Intervenuti dei passanti i due si diedero alla fuga. L’arrestato è stato associato alla casa circondariale di Cosenza.


DIRITTO DI REPLICA | 28/11/2015 | 14:07 | “PENA GRAVOSA, STEFANO IERO NON È UN DELINQUENTE”


Riceviamo e pubblichiamo.

"Egregio Direttore, in riferimento all’articolo pubblicato sul giornale da lei diretto, la scrivente desidera in nome e per conto della famiglia Iero, investita suo malgrado dalle drammatiche vicende processuali che hanno visto il coinvolgimento del proprio congiunto Stefano, poter replicare sul profilo dello stesso portato alle cronache giudiziali, profilo che non corrisponde all’effettiva indole e carattere della persona, che oggi subisce la gravosa ed eccessiva pena.

E’ ormai noto come il processo penale metta in evidenza una verità processuale che non sempre combacia con la verità dei fatti realmente accaduti: il 26 ottobre 2006 mancò agli Iero la lucidità istintiva e fredda di portarsi anche loro al Pronto Soccorso per la refertazione delle ferite traumatiche, sanguinanti e dolorose dovute al verificarsi della colluttazione, poiché gli stessi vennero sopraffatti da un evidente stato di shock emotivo per il non essere mai stati avvezzi ad atti delinquenziali e violenti.

Sentenza scandalosa emessa dall’Onorevole Corte di Cassazione in data 17 novembre 2015, che segue l’originario disegno ad hoc di chi voleva vedere in queste condizioni un onesto giovane, dato in pasto prima alla magistratura e adesso alla stampa.

Egli non ha mai attentato alla vita di nessuno e lo dimostrano le perizie con documentazione fascicolare già presente nel faldone processuale.

Questa che viene riportata dalla sentenza è una verità diversa dalla verità dei fatti. Furono gli Iero ad essere fermati dal vicino; il quale era da più tempo in preda a crisi di astio soprattutto quella sera, e lo dimostrano le dinamiche delle posizioni delle auto. Ma sono tanti i punti a favore degli Iero che partendo dalla Procura di Castrovillari e finendo all’ultimo grado di giudizio, l’investimento del lavoro dei magistrati ha voluto superare. Il P. non è stato mai in pericolo di vita, come hanno ricostruito le fasi processuali e nemmeno da come riportato dagli inquirenti sarebbe stato soffocato, poiché non vi è stato nessun scampato pericolo di morte dovuto all’intervento esterno di alcune persone di passaggio tanto meno dagli indagati, giacché la ricostruzione dei fatti dati dalla ‘vittima’ nella fattispecie, fu chiara e limpida: da persona vigile e cosciente, sicuramente non sarebbe stato così se ci fossero stati sintomi biologici di strangolamento.

Queste affermazioni possono essere confutate dalle prognosi dei medici del Pronto Soccorso, per chi ha studiato la vicenda dall’inizio. Pare evidente alla luce delle troppe accuse e dei risultati giudiziari solo ed esclusivamente pendenti a favore di parte offesa, portatrice di chiari interessi personali, che ci si trova davanti al dubbio e al sospetto di un intento di servirsi e strumentalizzare la giustizia per ottenere soddisfazione di vendetta.

Ora basta! Stefano Iero non è un delinquente, né tantomeno un pregiudicato mai noto alle forze dell’ordine, ma una vittima di un oscuro sistema. Si invita cortesemente a correggere nell’immediato l’errata dicitura di alcuni articoli, compresi quelli della Vs. testata che lo definiscono tale. Riguardo il padre Luigi Iero di 86 anni, è attualmente cittadino libero e non agli arresti domiciliari come erroneamente e gratuitamente viene riportato dal Vs. articolo. L’ottantaseienne è degno di rispetto tanto dalla comunità in cui è inserito, quanto dalle vicissitudini di cui si fa menzione.

La scrivente ringrazia tutte le persone che in questi anni hanno dimostrato alla famiglia Iero solidarietà, vicinanza e comprensione. Persone sensibili ed empatiche che ancora oggi nutrono, la non trascurabile stima per Stefano e la certezza di considerarlo sempre e comunque nell’amore e nel rispetto che provano per lui, come un giovane educato, rispettoso, lavoratore emerito, affezionato figlio, marito, padre, zio, e fratello, il quale confida nella propria forza intellettuale e nella sua buona e pulita coscienza, di rispondere coraggiosamente e umilmente a questa struggente prova di vita. Ciò lo si scrive con preghiera di pubblicazione, ai sensi dell’art. 8 della legge n. 47/48".

Bianca Iero