Bombe contro procura Reggio: 2 condanne e un’assoluzione
Due condanne e un'assoluzione nel processo sugli attentati del 2010 contro la sede della Procura generale di Reggio Calabria e l'abitazione del Procuratore generale Salvatore Di Landro e per l'intimidazione all'ex procuratore ed ora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone. Il collegio del Tribunale di Catanzaro ha condannato Luciano Lo Giudice a 8 anni e 6 mesi di carcere e Antonio Cortese a 5 anni e 8 mesi. Assolto per non aver commesso il fatto Vincenzo Puntorieri.
Il pm Domenico Guarascio al termine della sua requisitoria aveva chiesto una condanna a 10 anni di carcere per Luciano Lo Giudice, fratello del boss pentito Antonino, 9 anni per Antonio Cortese e 6 anni Vincenzo Puntorieri, questi ultimi ritenuti gli esecutori materiali degli attentati. Nel suo intervento il pm Guarascio aveva sostenuto che i tre episodi farebbero parte di una "strategia 'ndranghetista unitaria come reazione del clan Lo Giudice contro le istituzioni dopo l'arresto di Luciano".
Alla base vi sarebbe stata "l'assurda convinzione della cosca di poter godere di un'aurea di impunità per via di rapporti con alcuni magistrati ed esponenti delle forze dell'ordine". Al processo per i tre imputati si è giunti dopo le dichiarazioni di Antonino Lo Giudice, che si è autoaccusato di essere stato il mandante degli attentati ed è già stato condannato in abbreviato a 6 anni e 4 mesi. Dopo la sentenza il difensore di Puntorieri, l'avvocato Rosario Errante, ha dichiarato: "Questa sentenza restituisce dignità a una persona che non ha fatto nulla di male nella sua vita.
È stato sui giornali per cinque anni e soprattutto è rimasto per tre anni in galera da innocente". L'avvocato Aldo Casalinuovo, difensore di Lo Giudice, ha annunciato che ricorrerà in appello: "Si tratta di una decisione deludente visto il quadro indiziario debole nei confronti del mio assistito che all'epoca dei fatti era detenuto. In secondo grado siamo certi verrà accertata l'inconsistenza della tesi d'accusa". (AGI)