Intimidazioni allo Sporting Locri, reazioni
Arcigay “I Due Mari” Reggio Calabria, esprime piena solidarietà alla società Sporting Locri e al presidente Armeri per le vili minacce ricevute che hanno costretto la società ad abbandonare un’attività che aveva condotto la squadra di calcio femminile a 5 ai massimi livelli nazionali della propria categoria.
"In un momento - continua la nota dell'Arcigay - in cui tutta la Calabria sta cercando di esprimere le proprie migliori energie e metterle al servizio delle comunità per superare la crisi sociale ed economica che ci relega da anni agli ultimi posti di tutte le classifiche, quanto accaduto a Locri riaccende drammaticamente i peggiori riflettori su una terra violentata ancora una volta.
Non è più accettabile che la Calabria e la Locride, che ci ha sempre ospitato mostrando una grande attenzione per la sfera dei diritti e delle pari opportunità per tutti, assurga agli onori delle cronache come terra di minacce e di ndrangheta, come luogo in cui è più facile ritirarsi che combattere, come territorio che uccide anche la speranza di una meravigliosa favola sportiva come quella che queste ragazze hanno regalato a Locri.
Le minacce e i soprusi di cui è vittima lo Sporting Locri minacciano e usurpano tutti noi che, giorno dopo giorno, passo dopo passo, combattiamo la nostra guerra quotidiana per rendere la Calabria un luogo accogliente, sensibile, aperto e incline allo sviluppo umano, sociale ed economico. Guerra, si: questa è una guerra che non possiamo e non dobbiamo permetterci di perdere.
Grazie, ragazze, perché continuate a dimostrare che in questa Calabria è possibile. Ciò per cui ci battiamo è la libertà, per questo siamo con voi".
Sulle recenti minacce al dirigente e presidente della squadra di calcio a cinque femminile dello Sporting di Locri, Ferdinando Armeni, deciso a lasciare e quindi a cedere anche a titolo gratuito la società perché particolarmente scosso dal fatto, nonostante la vicinanza di tutto il mondo sportivo, compreso quello nazionale, il presidente di Confesercenti Calabria, Antonino Marcianò, nell’esprimere la propria vicinanza e quella di tutta la categoria che rappresenta, si esprime così. “Noi che facciamo della legalità una ragione d’essere, vorremmo dare il nostro contributo, il nostro sostegno. Ci auguriamo che la befana, nella calza, porti il regalo della tranquillità, del ritorno sui suoi passi del presidente della squadra di calcio femminile”. “Vogliamo testimoniare ed essere vicini a questa squadra – aggiunge il presidente di Confesercenti Calabria – e, partendo da questo triste episodio, vorremmo trasformarlo in positivo utilizzando queste ragazze come segno di riscossa e di opposizione a questi fenomeni di intolleranza”. Nell’evidenziare la necessità di non generalizzare, ne scherzare con questo tipo di fenomeni, che non giovano all’intera Calabria, il presidente Antonino Marcianò, nel ricordare anche le recenti minacce ai giornalisti Alessia Candito del Corriere della Calabria, Francesco Mobilio, giornalista de Il Quotidiano, e Pietro Comito, direttore dell’emittente LaC, ritiene sia utile “un confronto ed un dibattito aperto con tutti. Se ci sarà un consiglio comunale aperto, ben venga. Ma – mette in guardia il Presidente - occorre andare oltre gli impegni formali, servono azioni concrete. Perché se anche lo sport viene colpito da un fenomeno per il quale tutti in questi anni ci stiamo battendo per sconfiggerlo, allora è finita per la Locride e per la Calabria. Perché questo testimonia che a nulla valgono i proclami, gli impegni. Bisogna essere fermi e decisi al di là delle formalità e dei proclami – conclude il presidente Antonino Marcianò - perché altrimenti resteranno vani anche gli appelli del vescovo che ha fatto a Natale, quando raccomandava di superare lo stato di povertà e di disagio che coinvolgono tantissime famiglie. Speriamo si tratti solo di una bravata ma resteremo sempre vigili e pronti a dare un contributo concreto affinché questa vergogna venga cancellata da azioni che possano dare il senso del riscatto di una intera popolazione”.