Saldi: Confcommercio, spesa media famiglia sale a 346 euro (+3%)
Saldi al via, dal 2 gennaio, in Basilicata, Campania, Sicilia e Valle d'Aosta e il 5 gennaio in tutte le altre Regioni. Secondo le stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2016, spenderà 346 euro per l'acquisto di capi d'abbigliamento, calzature ed accessori (il 3% in più rispetto all'anno scorso), per un valore complessivo di 5,4 miliardi di euro.
Secondo un'indagine svolta sui consumatori, è in leggera crescita la percentuale di italiani che, rispetto a dodici mesi fa (saldi gennaio 2015) è intenzionata ad approfittare dei saldi invernali 2016. Saranno il 55%, quota di oltre quattro punti superiore rispetto a quella registrata in occasione del gennaio 2015. Tra coloro che non utilizzeranno i saldi quasi due su tre hanno acquistato a saldo almeno una volta in passato. Gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento, calzature, accessori (sciarpe e guanti) e biancheria intima. In leggera flessione gli articoli sportivi e i prodotti di pelletteria. Il 41% dei consumatori sperimenterà punti vendita differenti da quelli che frequentano abitualmente, spesso alla ricerca di un prezzo "più competitivo". Tale quota, supera di quasi quattro punti percentuali quella rilevata in occasione del gennaio 2015.
A sperimentare negozi "diversi" saranno in prevalenza soggetti di genere femminile, in età compresa tra i 18 e i 44 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane, in possesso di un titolo di studio medio. Le famiglie. Del tutto evidente l'esigenza dei consumatori di cercare il prezzo più basso nei negozi che non si frequentano abitualmente.
Ad ogni modo, più del 42% degli italiani considera "importante" il periodo dei saldi. La quota è in crescita rispetto a quella registrata lo scorso anno (41,9%) coerentemente con la crescita della percentuale di coloro che si appresteranno a fare acquisti a saldo. In leggera flessione la percentuale degli italiani che attendono il periodo dei saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto. Tale quota, in diminuzione rispetto allo scorso anno, è un segno forse della crisi lasciata alle spalle. Attendono i saldi per acquistare qualsiasi tipo di prodotto soprattutto i soggetti di genere femminile, i consumatori in età superiore ai 45 anni, residenti nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Mezzogiorno, le famiglie.
L'84,5% dei consumatori ha approfittato dei saldi almeno una volta in passato. Tra questi, due su tre non hanno mai acquistato merce per un valore superiore al 30% di quella totale che sono soliti comperare nel corso di un anno intero. Dall'indagine emerge inoltre che gli italiani stanno ricominciando a dare maggiore importanza alla qualità dei prodotti rispetto al prezzo. La quota dei consumatori che attribuiscono maggiore importanza al prezzo è in flessione rispetto ai saldi 2015 di 1,5 punti percentuali. Attribuiscono maggiore importanza al prezzo soprattutto i soggetti di genere maschile in età avanzata, residenti nelle regioni del Mezzogiorno e nelle grandi aree metropolitane, in possesso di un titolo di studio medio/basso.
Infine, aumenta la percentuale dei consumatori che si sentono tutelati acquistando a saldo mentre scende lievemente la percentuale dei consumatori che ritiene che acquistare presso i siti sia più conveniente piuttosto che non l'acquisto presso i punti di vendita tradizionali (il 51,4% degli italiani ha effettuato acquisti su internet almeno una volta nel passato). Per quanto riguarda le aspettative delle imprese, il 22,3% ritiene che in occasione dei prossimi saldi invernali i propri punti di vendita saranno visitati in misura maggiore rispetto alla stagione precedente. Quelle che proporranno mediamente non oltre il 30% di sconto sugli articoli posti in saldo sono circa il 56,8%. Lo scorso anno erano più del 62%, superiori di quasi sei punti percentuali.
Anche sulle aspettative nei ricavi si riflettono le speranze di una stagione di saldi al rialzo in termini di incidenza sul totale delle vendite annuali. Le imprese del commercio al dettaglio che sostengono che, in questo senso, i saldi invernali 2016 incideranno non oltre il 20% sulle vendite totali sono il 74,6%, undici punti percentuali in meno rispetto a dodici mesi fa. Infine, il 76,9% delle imprese del commercio al dettaglio si è detto favorevole alla proposta di Federmodaitalia di posticipare la data di avvio dei saldi a fine gennaio a partire dal 2017 mentre il 63,1% si dichiara contraria alla liberalizzazione totale dei saldi tutto l'anno. La maggior parte invece non è d'accordo con l'ipotesi di liberalizzare le vendite promozionali anche prima dei saldi. Quasi il 73% delle imprese del commercio ritiene che le promozioni libere prima dei saldi danneggerebbero le vendite del mese di dicembre. In particolare a pensarla così sono maggiormente le imprese del Nord-Est, di dimensioni dai 10 ai 19 addetti. (AGI)