Lettera del “Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica 'Bruno Arcuri' “
Riceviamo e pubblichiamo una lettera del “Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica 'Bruno Arcuri' “:
La questione di per sé è tutto sommato semplice. La normativa nazionale prevede che per situazioni come quella calabrese, dove non è ancora entrato in vigore il cosiddetto metodo “normalizzato”, la determinazione della tariffa idrica spetta al C.I.P.E.; ma soprattutto prevede che gli adeguamenti tariffari sono competenza esclusiva del legislatore statale.
Tale esclusiva competenza è stata ribadita ultimamente dalla Corte
Costituzionale con l’emanazione di 2 sentenze (la n.29/2010 e la n.142/2010), riprese dalla Corte dei Conti della Calabria (deliberazione n. 388 del 30/06/10). L’Alta Corte afferma, in sostanza, che non solo la competenza è del legislatore statale ma che alle Regioni è preclusa ogni attività in relazione
agli adeguamenti tariffari del settore idrico.
Cosa è successo invece in Calabria? Come nelle peggiori tradizioni delle società
miste, il privato (Veolia) dettava ed il pubblico deliberava, sui Bollettini
della Regione, aumenti spropositati nella misura di oltre il 21% rispetto a
quanto previsto dalla Normativa nazionale vigente.
Tariffe chiaramente illegittime che, come il Coordinamento Calabrese Acqua
Pubblica “Bruno Arcuri” va ripetendo ormai da mesi insieme ad alcune
associazioni di consumatori, hanno sottratto indebitamente dalle tasche dei
cittadini calabresi milioni di euro (circa 30 secondo i nostri calcoli). Soldi
che bisogna esigere siano restituiti. E a farlo devono essere i Comuni, nella
loro qualità di “clienti” della Sorical. Il Comune di Borgia, ad esempio, ha
già intentato una causa. Il coordinamento “Bruno Arcuri” ha ritenuto necessario rendere nota la questione a tutti gli Enti Comunali, tramite il Presidente dell’ANCI Regionale, che ha ricevuto una nostra dettagliata lettera a maggio, cioè ben 5 mesi fa.
Ora, chi è il Presidente dell’ANCI Regionale? È, guarda caso, il sindaco
Perugini, cui a questo punto non possiamo esimerci dal chiedere: caro Sindaco, perché ha subito inerme il ricatto della Sorical, ormai in potere di decidere da un giorno all’altro se dare o meno l’acqua ai cosentini? Perché si è piegato a firmare contratti capestro, che non si sa con quali finanze potranno essere onorati? Perché, soprattutto, non ha preso le dovute contromisure? Le abbiamo comunicato per tempo il problema dell’illegittimità delle tariffe, eppure Lei non ci ha degnato di una risposta. Ritiene forse che i nostri argomenti non siano abbastanza robusti? Da fine avvocato qual è, non crediamo proprio si tratti di questo. Più probabilmente, è l’enorme potere ormai acquisito dalla Sorical a sconsigliare la presa di possibili contromisure. Ma non è mai troppo tardi…
Ci permettiamo ancora, imperterriti, di suggerirle un’altra mossa. Una sentenza
del Consiglio di Stato dello scorso 10 settembre ha ribadito che sono gli Enti
Locali a decidere quali sono i servizi pubblici locali a rilevanza economica.
Si affretti dunque a dar finalmente seguito alla delibera approvata lo scorso
inverno, e spinga perché sia modificato lo Statuto Comunale, dichiarando
l’acqua diritto universale e bene privo di rilevanza economica, sul quale non è
possibile lucrare. È il minimo che si possa fare a questo punto per gli oltre
duemila cosentini, che solo qualche mese fa hanno sottoscritto i tre quesiti
referendari del Forum dei Movimenti per l’Acqua.