Mediterraneo possibile su Capocolonna
“Appare ormai evidente che la vicenda di Capo Colonna non ha insegnato nulla agli amministratori locali e regionali. Il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha approvato, infatti, il nuovo programma triennale degli investimenti per il patrimonio. In esso, pubblicato il 4 gennaio 2016, sono previsti 300 milioni di euro per 241 interventi in tutta la penisola italiana; di questi 3,7 milioni di euro sono stati assegnati alla regione Calabria per 14 importanti interventi. Tra i vari destinatari delle opere di restauro, di manutenzione e di potenziamento, ben elencati nel documento è facile riscontrare la totale assenza della provincia di Crotone”. È quanto afferma Rossana Giuda, Responsabile Beni Culturali - Mediterraneo Possibile KR.
“In Italia, gli interventi di tutela e di valorizzazione sono disciplinati dal Codice dei Beni culturali, nato dalla necessità di adeguare alla riforma costituzionale del 2001 le regole in materia di beni culturali ed ambientali, poichè con il testo di modifica del Titolo V della Costituzione, gran parte del sistema di rapporti tra Autonomie Locali, Regioni e Governo Nazionale è stata riformata. È bene quindi sottolineare che esiste un criterio di ripartizione della podestà legislativa ed amministrativa tra Amministrazione centrale ed autonomie territoriali che risiede nella netta distinzione tra i principali compiti esercitabili coi beni culturali, ovvero la tutela e la valorizzazione. La tutela è in via esclusiva riservata allo Stato mentre invece la valorizzazione è attribuita alle Regioni.
A questo punto, ci domandiamo, come puó un territorio come il nostro uscire o quanto meno risollevarsi dalla disastrosa situazione in cui si trova da più di un decennio, omettendo completamente un’intera provincia insieme alle numerose aree che avrebbero potuto usufruirne, come ad esempio l'Area archeologica di Capo Colonna? O forse la mancata presenza tra i beneficiari dei fondi del Mibact è proprio il frutto di questo decennio?
Non siamo presi in considerazione, né si vuol far in modo che le cose cambino. Oltre al danno la beffa perché, come già sottolineato da una lettera inviata al direttore generale archeologia del Mibact, Gino Famiglietti, ed al Direttore del Polo Museale della Calabria da parte delle associazioni Italia Nostra e Gruppo Archeologico Krotoniate, non si conosco ancora i motivi riguardo al trasferimento di numerosi reperti trasferiti da Crotone al Museo Nazionale Archeologico di Reggio Calabria in cui essi non troverebbero una valida integrazione.
In conclusione, continuiamo a chiederci perché Crotone deve essere in primo luogo fuori dai “14 importanti progetti” del Mibact ed al medesimo tempo spoliata a poco a poco di quella che attualmente consideriamo come la sua unica possibilità di salvezza, il patrimonio culturale? Rivolgiamo all’amministrazione locale la nostra domanda”.