Telecom Italia, Cgil: “Quale destino per i lavoratori delle aziende di appalto?”

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In questi giorni iniziano a delinearsi gli effetti del rinnovo del così detto “appaltone” Telecom in ambito rete. Sul finire di dicembre in Basilicata è già scoppiata la prima “grana” a seguito della decisione di Telecom di togliere il lavoro al precedente fornitore (la Sielte), per affidarlo ad un consorzio temporaneo di imprese composto da piccole aziende sconosciute con la conseguente messa a rischio di 65 posti di lavoro”. È quanto sostiene la categoria Slc della Cgil Calabria

“Purtroppo la cosa non ci sorprende! Lo scorso tre luglio, quando iniziò il surreale confronto al MiSE “sul futuro industriale dell’azienda Telecom Italia”, fra le altre cose, come Slc Cgil, ponemmo con forza il tema del rinnovo dell’”appaltone” e dei risvolti che esso avrebbe avuto sull’organizzazione del lavoro ed alle profonde ricadute su tutto il sistema dell’indotto degli appalti di rete. Da quanto si sta delineando in questi giorni Telecom Italia sta puntando ad una riduzione delle attività per le imprese più grosse, affidando lavoro ad imprese minori. Questa logica non ha alcuna spiegazione organizzativa e come Slc Cgil la riteniamo discutibile dal punto di vista della qualità del servizio prestato e con qualche preoccupazione anche sulla trasparenza e la legalità".

"Non vorremmo ritrovarci a breve anche in Calabria con difficoltà occupazionali così come accaduto lo scorso mese in Basilicata. Non possono essere i lavoratori calabresi a pagare le scelte scellerate di un mercato che sacrifica posti di lavoro, efficienza, qualità in favore del maggior guadagno frutto di appalti al massimo ribasso. Una logica, quella del maggior profitto, che si nasconde dietro la “nebbia” dell’assenza di regole e di trasparenza nella concessione degli appalti. In quella “foschia” spesso ci si ritrova ad aver a che fare con l’illegalità e con il malaffare".

"La Slc Cgil Calabria metterà in campo ogni azione che impedisca il sacrificio di centinaia di lavoratori calabresi dell’impiantistica telefonica per l’assenza di regole nella gestione degli appalti. Non sarà concessa la ripetizione della pessima prassi di appalti con gare al massimo ribasso, spesso a consorzi di aziende sconosciute che magari non rispettino i contratti collettivi nazionali. Tra l’altro, visto che la realizzazione dell’agenda digitale e dei progetti di banda ultra larga hanno visto l’erogazione di ingenti somme pubbliche destinate, non esiteremo a coinvolgere le istituzioni tutte, richiamando a responsabilità tutti gli attori protagonisti di questo film tragicomico”.