Tropea, grande partecipazione al convegno di Anthropos

Vibo Valentia Attualità

La sfida di un giornale europeo potrebbe partire da Tropea, con l'ausilio del giornalismo, dei giovani e dell'imprenditoria locali. L'idea lanciata da Giuseppe Sarlo, componente del collegio nazionale dei probiviri della Federazione nazionale della stampa italiana, ha dato proprio il titolo al convegno dell'associazione Anthropos retta dall'avvocato Ottavio Scrugli. Per Sarlo, infatti, è fondamentale dar vita a qualcosa di totalmente novo che unisca gli attuali 28 paesi dell'Unione e che veicoli effettivamente il significato e la funzione della CEE.

La proposta, è quella di “far partire da Tropea un progetto che mira all'identità di una grande comunità – ha dichiarato Sarlo in apertura di convegno –. Pensate se proprio da questa nostra regione bistrattata e tradita, conosciuta ai più per la mafia, dove vige una classe politica inadeguata, partisse qualcosa che faccia saltare dalla sedia il governo centrale e non solo. Certamente, sarebbe una meravigliosa opportunità di riscatto a livello mondiale per la Calabria”. L'dea di fondo è quella di sganciarsi dalla concezione di appartenere solo a Tropea o alla provincia di Vibo Valentia per sentirsi europei, comunitari. Parole stuzzicanti, specie per i giovani, rivolte ad una platea gremita della biblioteca comunale “Albino Lorenzo”.

Ma una piccola stilettata Sarlo se l'è lasciata scappare: “Mi aspettavo maggiore partecipazione da parte proprio dei giornalisti attivi su Tropea, coloro a cui comunque rivolgo il mio messaggio di sprone per interpellare i giovani. Una cosa mai fatta prima d'ora. Mettete in piedi una nuova realtà che migliori il presente, tastate il polso alla società locale voi che la conoscete così bene e coinvolgete ragazzi ed imprenditori. Interrogate il territorio per saggiarne le aspettative e il desiderio di cambiamento. Ideate poi un progetto, una strategia valida per la realizzazione del giornale europeo: unico strumento utile per accomunare gli Stati dell'UE con l'ausilio di un unico linguaggio”.

Parole credibili per molti e utopiche per qualcuno. Vittoria Saccà, corrispondete da Tropea per “il Quotidiano del Sud” ha espresso la sua disponibilità a “tentare una strada, sebbene la fiducia in un progetto simile possa essere difficile da avere”. Mettendo in evidenza la realtà ferma ed il rapporto tra la carta stampata e la società locale e nazionale, la Saccà ha sostenuto che “quest'iniziativa, comunque, potrebbe rivelarsi proficua”.

Una strada possibile, invece, l'ha suggerita Annarita Castellani, corrispondente per Tropea de “La Gazzetta del Sud”: “Un progetto simile, certamente stimola la fantasia dei giovani e potrebbe alimentare un serio e concreto desiderio di cambiamento, ma bisogna capire verso quali obiettivi mirare e, soprattutto, che tipo di strumentazione utilizzare. Non dimentichiamo che proprio il mondo dell'editoria sta vivendo un cambiamento epocale e la carta stampata e la professione giornalistica finora conosciuta sono destinati a scomparire. Bisogna quindi individuare gli strumenti giornalistici da adoperare per rimanere agganciati a questo cambiamento in divenire dall'orizzonte ancora poco definito. In ultimo, credo sia opportuno offrire concretezza ai giovani. Per non regalare illusioni e delusioni, bisogna rimanere fedeli alla natura del progetto. Se si chiedono idee alle giovani menti, allora bisogna concede loro spazi d'azione, facendoli sentire protagonisti della realtà”.

Ma la serata ha poi incentrato il discorso sull'identità europea, basata sulla riscoperta di un'identità culturale. Aver chiaro cioè, a cosa si appartiene. Dall'idea originaria al concetto più evoluto di Europa, così da rispettare noi stessi e i Paesi membri di questa grande comunità. Domenico Tomaselli, presidente dell'associazione “Generazione speranza” di Santa Domenica di Ricadi e Sergio Camporeale, hanno ben espresso, infatti, questa necessità basilare del progetto. “Un'idea che sa di utopismo, riferito al mondo dei sogni, realtà magica alla quale l'uomo attinge per provare ad immaginare un mondo possibile”, è stato il giudizio della dirigente scolastica dell'istituto d'istruzione superiore Beatrice Lento, la quale ha accolto con entusiasmo a natura dell'incontro.

“Quello che c'interessa – ha poi replicato Sarlo –, è la proposta politica, cioè un giornale che parla una sola lingua e che ripristini lo smalto iniziale del concetto di Europa unita. Il tutto, fondato su competenze specifiche, quali il coinvolgimento di soggetti che conoscono almeno una lingua straniera, e che goda di risorse che coinvolgano tutti. Questo giornale compartecipato deve uscire dall'idea commerciale dei quotidiani e dai poteri locali cui oggi siamo abituati, altrimenti non potremo mai fare nulla”.

A trarre poi le conclusioni della proficua serata è stato don Ignazio Toraldo il quale, appoggiando pienamente l'idea, ha dichiarato: “Concordo con quanti sono intervenuti. La base dell'idea deve essere quella di fondare il progetto solo su una realtà composta da giovani. Sono loro, infatti, a non avere i vizi di noi adulti e a non far parte di quei meccanismi perversi che si ripercuotono sulla società. Assegnare ai giovani questo compito è già un primo passaggio concreto. In fondo, c'è in gioco il futuro cioè la vita attuale dei nostri giovani”.