Furti di biciclette, ecco come difendersi
Al boom delle vendite di bici è seguito quello del più classico dei furti. Un vero e proprio flagello, se si pensa che è il mezzo di trasporto di 35 milioni di persone che utilizzano per spostarsi lasciando l'auto in garage. Dall'anno scorso nello stesso periodo che coincide anche con quello dell'aumento esponenziale dell'utilizzo di velocipedi riferito alla bella stagione, la percentuale di furti segnalati segna almeno il 30 % in più, 4mila al giorno ed a qualsiasi ora del giorno. Il numero esatto, peraltro, é pressoché impossibile da individuare giacché molti di questi fatti non vengono neanche denunciati, specie se ad essere rubata é una bicicletta vecchia ed obsoleta.
Infatti secondo gli ultimi dati solo una persona su cinque ne denuncia il furto. E così il boom delle vendite e la mancanza di una cultura della bici ‘legale’ hanno dato il via a un circolo vizioso che favorisce i ladri. Ed allora come fare per fermare i ladri di biciclette? In Svizzera è stata escogitata una soluzione che sicuramente si rivelerà efficace. La Città di Losanna proporrà ai proprietari di biciclette e di motocicli di apporre ai loro mezzi un chip che permetterà di localizzarli più facilmente in caso di furto. Già testato a Yverdon-les-Bains (VD), il dispositivo potrebbe essere introdotto dalla prossima estate. Entro questa scadenza, la polizia municipale sarà dotata del materiale che le consentirà di individuare le biciclette rubate.
Saranno in particolare messi in servizio nei parcheggi destinati a questi veicoli una settantina di apparecchi, di cui 50 mobili, indica oggi il municipale losannese Grégoire Junod. Il costo del chip oscillerà da 60 a 80 franchi. Il sistema di localizzazione sarà testato sull'arco di cinque anni. Le autorità ne valuteranno in seguito l'efficacia. Da alcuni anni, il furto di biciclette è in costante aumento in Svizzera: da 37'494 nel 2013, il loro numero è salito a 47'726 nel 2014. La progressione del 27% sarebbe dovuta principalmente alle biciclette elettriche.
Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” osserva come esperti di diritto hanno invitato a non banalizzare il fenomeno, paragonando il furto di biciclette a una droga leggera, preludio per delitti più gravi. Inoltre la diffusione del fenomeno del furto di bici è un grave ostacolo all'aumento dell'utilizzo di questo mezzo di locomozione verde. In tanti, infatti, per timore di subire il furto rinunciano ad usare quotidianamente una bici decente (cioè in piena regola col codice della strada) ed optano per mezzi "minimalisti" arrivando tal volta a mettere a rischio anche la propria sicurezza (mancanza di fanali, freni sgangherati, materiali pesanti e arrugginiti).