Catanzaro nel cuore: salvaguardare la Cardiochirurgia Universitaria
"Non sappiamo se esista una losca strategia per sopprimere la Cardiochirurgia Universitaria di Catanzaro; ma se gli studenti dell’Ateneo “Magna Graecia” si sono organizzati con una petizione pubblica per chiedere un NO perentorio alla chiusura di questa fondamentale struttura, evidentemente il rischio paventato avrà una ragion d’essere!" Lo si legge in una nota del Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”
"Nello stesso tempo - aggiungono - non vorremmo che l’azione di qualche esponente politico che di recente sembra aver preso di mira quasi ossessivamente il Policlinico di Catanzaro, e nella fattispecie proprio il reparto cardiochirurgico, non abbia sortito l’effetto – voluto o inconsapevole – di determinare una situazione di criticità allo stesso. Infatti, se anche fosse vera la presenza di gravi deficit sia sotto il profilo dei requisiti strutturali, sia di quelli tecnologici, sia di quelli organizzativi richiesti dalla legge, a noi sembra che il percorso più logico da intraprendere sarebbe quello di adoperarsi per superare le eventuali mancanze della struttura e così risolvere ogni problema.
Puntare il dito, e farlo solo sul Policlinico catanzarese dimenticando che purtroppo le criticità in ambito sanitario sono diffuse in ogni dove dal Pollino allo Stretto, potrebbe dare l’impressione che la faccenda nasconda un doppio fine. Ciò che noi non vogliamo nemmeno lontanamente immaginare!
Pertanto, anziché focalizzare l’azione esclusivamente sulla polemica e auspicare addirittura in modo del tutto insano e astioso la chiusura di un reparto così fondamentale per un organismo universitario, riteniamo che si debba piuttosto trovare la soluzione agli eventuali problemi riscontrati. E farlo con urgenza ed efficienza.
La Facoltà di Medicina di Catanzaro ha già subìto negli anni tagli insostenibili, fra cui quelli che hanno minato le Scuole di Specializzazione, costringendo molti laureati ad emigrare per specializzarsi. Si aggiunga inoltre che tali menomazioni appaiono incomprensibili laddove ricordiamo che trattasi dell’unica facoltà medica esistente in Calabria, e che perciò dovrebbe essere opportunamente difesa, valorizzata e potenziata. Chiudere anche soltanto una struttura dell’Ateneo, in quest’ambito come in un altro, significa peggiorarne il funzionamento globale e quindi costringerlo, artificiosamente, verso un destino infelice.
Ognuno si assuma quindi - conclude la nota - la responsabilità delle proprie azioni, siano esse politiche che burocratiche. L’opinione pubblica saprà poi leggere i fatti in base agli atti concreti messi in campo dall’Università, dalla Regione, dal Commissario; e certamente non starà a guardare se si tenterà di umiliare la città con scelte dannose."