Talarico: la Regione paga 350 € per pasto in ospedale Catanzaro
“Nel pieno del dibattito sull’applicazione del Piano di rientro sanitario, un fatto che ha davvero dell’incredibile sta passando quasi sotto traccia, come se si trattasse di un dettaglio trascurabile tra i tanti disastri della sanità in Calabria. Il Direttore generale dell’ASP di Catanzaro, Dott. Gerardo Mancuso, nel corso dell’audizione davanti alla Terza commissione del Consiglio regionale, ha rivelato che in qualche ospedale un piatto di pastina in brodo, una coscia di pollo con contorno di patate lesse e una mela può arrivare a costare alla Regione ben 350 €”. E’ quanto dichiara Mimmo Talarico, consigliere regionale dell’Italia dei Valori in Calabria. “Niente di più scandaloso in una Regione che fatica a colmare la voragine dei conti del comparto sanitario. Un caso che, - continua Talarico- eloquentemente, può essere assurto a paradigma degli sprechi che quotidianamente si consumano nel mondo della sanità calabrese. Una notizia che avrebbe già dovuto portare all’apertura di un’inchiesta da parte della Regione, proprio quando l’esigenza di razionalizzare la spesa e di colmare il disavanzo accumulatosi in questi anni sta conducendo la stessa a riordinare l’intero sistema sanitario regionale. C’è da chiedersi innanzitutto se casi come quelli denunciati dal Direttore Mancuso costituiscono isolate manifestazioni di malcostume nella gestione della cosa pubblica ovvero se nella sanità calabrese abusi, sprechi e malversazioni, del tipo di cui stiamo parlando, siano fenomeni diffusi che hanno largamente contribuito a disastrare l’intero comparto. Prima di mercanteggiare sul ridimensionamento di ospedali, sul taglio di qualche reparto, sulla riconversione di questa o quella struttura, sarebbe opportuno passare al setaccio ogni voce di spesa delle aziende sanitarie, di ogni singola azienda ospedaliera, per verificare la congruità delle stesse, la loro legittimità, la loro utilità. Qualche esponente della Giunta regionale ha dichiarato che, di fronte a casi come questi, la prima cosa da non fare è quella di generalizzare. Sono d’accordo, a condizione però che si dimostri l’eccezionalità del caso sulla base di riscontri certi, incontrovertibili. E in ogni caso – conclude il consigliere dell’Idv- anche se ci trovassimo di fronte ad un caso isolato, lo stesso dovrebbe essere trattato per quello che è: una grave truffa ai danni della Regione, dunque dei cittadini calabresi.”