Soriano. Convento di S. Domenico, Italia nostra: vigilare su legittimità lavori
In occasione di una recente visita al Convento di S. Domenico di Soriano Calabro, nel vibonese, alcuni soci della sezione reggina dell’Associazione Italia Nostra Onlus hanno preso atto della completa rimozione dell’intonaco, di considerevoli aree, della facciata principale e laterale del complesso Conventuale, oggi sede Comunale, “senza che – sostengono dall’Associazione - siano stati posti in essere i necessari interventi protettivi del corpo murario”. “Trattandosi, infatti, di muratura in pietra con leganti a base di calce - sostengono da Italia Nostra - è altissimo il rischio che la stessa, sottoposta all’azione degli agenti atmosferici, con il passare degli anni, subisca effetti disgregativi e cedimenti se non idoneamente trattata”.
Proseguendo nella visita, sono stati poi riscontrati i lavori in corso messi in opera dall’Amministrazione Comunale allo scopo di rimuovere l’intonaco di alcune pareti interne dello scalone nobile. Italia Nostra, che sin dal 1955 porta avanti battaglie di tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, “non avendo contezza se queste attività abbiano ottenuto i necessari pareri da parte della Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria”, affermano, ha voluto sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica ed alla sensibilità delle Istituzioni competenti, “la necessità di un immediato intervento per la tutela del patrimonio artistico monumentale secolare costituito dal Convento di S. Domenico … in ottemperanza al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D. Lgs. N. 42 del 22 gennaio 2004) cui tutte le Amministrazioni pubbliche devono obbligatoriamente attenersi, e se non ancora assoggettato da specifico Decreto di vincolo, valutare la possibilità di tutelare detto patrimonio culturale (ai sensi dell’art.10 della Legge n°137 del 6/07/2001)”.
Il convento, tra i più importanti in Europa, fu eretto dai Padri Domenicani all’inizio del 1500 e distrutto dal terremoto del 1783. Buona parte dell’edificio è stata successivamente recuperata e utilizzata come palazzo municipale e come Biblioteca; un settore dello stesso è stato destinato all’edificazione della nuova chiesa di San Domenico, eretta nel XIX secolo e, recentemente, una sezione è stata inoltre utilizzata per l’allestimento di un l Museo dei marmi, che raccoglie numerose opere relative al complesso conventuale di San Domenico.
Alla luce dell’importanza del sito, meta di turisti provenienti da tutto il mondo, “è palese che – dicono ancora da Italia Nostra - qualsiasi intervento su tale complesso conventuale va accompagnato da un’adeguata progettazione di restauro conservativo che rispetti da un lato l’identità del manufatto e dall’altra metta in evidenza le caratteristiche originarie del complesso monumentale, escludendo qualsiasi opera di sola spicconatura di intonaci che di per sé vanifica tutti i concetti del Codice dei beni culturali e del paesaggio che definisce in questi termini il restauro: ‘Per restauro si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale ed al recupero del bene medesimo, alla protezione e trasmissione dei suoi valori culturali. Nel caso di beni immobili situati nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente, il restauro comprende l'intervento di miglioramento strutturale.”
Il testo legislativo si rifà ad un lungo e raffinato percorso di definizione teorica del restauro, con riguardo ai due aspetti essenziali: il problema della conservazione della materia originale (“integrità materiale”) e il problema della conservazione e trasmissione dei valori culturali. “Al restauro – aggiungono dall’Associazione - non è delegata, infatti, solo la funzione di conservare l'immagine, l'aspetto visivo, ma anche di conservare e trasmettere le informazioni tecniche e culturali codificate nel bene culturale oggetto di intervento”.
“Fortemente preoccupata per la qualità dei lavori in corso, che ha potuto occasionalmente osservare” Italia Nostra, afferma infine che continuerà a vigilare sul complesso e procederà, nei prossimi giorni, ad effettuare le verifiche degli atti autorizzativi presso gli Enti di tutela preposti, allo scopo di “salvaguardare un sito secolare tra i più importanti