‘Ndrangheta: Boss pentito, “ho ordinato attentati a giudici”
A meno di tre giorni dall'arrivo dell'Esercito a Reggio Calabria per vigilare sugli obiettivi sensibili si registra la volonta' di Antonino Lo Giudice 51 anni, presunto boss della 'ndrangheta, di collaborare con la Direzione Distrettuale Antimafia. Da ieri, l'uomo, dopo l'interrogatorio da parte dei magistrati della DDA reggina, e' stato trasferito in una struttura di sicurezza. Secondo fonti vicine alla magistratura della citta' dello Stretto, Lo Giudice, arrestato lo scorso 7 ottobre dalla Squadra Mobile della Questura della citta' dello Stretto dopo essere stato accusato da diversi pentiti, si sarebbe accollato la responsabilita' di essere l'organizzatore degli attentati alla sede della Procura generale ( 3 gennaio di quest'anno) e al portone dello stabile dove abita il Procuratore generale Salvatore Di Landro, avvenuto nell'agosto scorso. Lo stesso boss avrebbe ammesso di aver fatto trovare il bazooka, nascosto sotto un materasso, al rione san Giorgio Extra a poche centinaia di metri del Cedir (centro direzionale) che ospita gli uffici giudiziari, tra cui la sede della Procura.
I pentiti che lo hanno accusato, consentendone l'arresto, sono Consolati Villani ( affiliato alla cosca Lo Giudice e parente del boss che ha iniziato a collaborare con la magistratura) e Roberto Moio, presunto affiliato alla cosca Tegano ( e' il nipote di Giovanni Tegano, il boss arrestato nell'aprile di quest'anno) del rione Archi. Ad accusare lo stesso Antonino Lo Giudice, sono il fratello Maurizio e Paolo Ianno', uno dei pentiti storici della 'ndrangheta.