Ordinanza in carcere per il capitano dei carabinieri Tracuzzi: favorì i Lo Giudice

Reggio Calabria Attualità

Saverio Spadaro Tracuzzi, Capitano dei Carabinieri in servizio presso la 2^ Brigata Mobile di Livorno e già effettivo presso il Centro DIA di Reggio di Calabria, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. A notificargli l’ordinanza, che fa seguito un avviso di garanzia il 7 ottobre scorso emesso dalla Procura di Reggio Calabria, i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del R.O.S.

Pesanti le accuse contenute nell’ordinanza di custodia cautelare: concorso esterno in associazione di tipo mafioso, per avere concretamente contribuito, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi della 'ndrangheta che opera sul territorio della provincia di Reggio Calabria e sul territorio nazionale ed estero, costituita da molte decine di locali, articolate in tre mandamenti e con organo di vertice denominato "Provincia" e, in particolare, della cosca Lo Giudice, capeggiata da Antonino Lo Giudice.

In particolare, nella sua qualità di ufficiale dell 'Arma dei Carabinieri in servizio presso il N.O.E. Carabinieri di Reggio Calabria dal settembre 2003 all’agosto 2007 e presso il Centro Operativo D.LA. di Reggio Calabria dal settembre 2007 al 7 giugno 2010, avrebbe fornito in maniera sistematica e continuativa ad elementi di vertice della cosca Lo Giudice (ad Antonino e Luciano) notizie coperte dal segreto investigativo riguardanti indagini in corso. In questa ottica, per gli inquirenti avrebbbe anticipato l'adozione da parte dell’autorità giudiziaria di provvedimenti restrittivi nei confronti di appartenenti alla 'ndrangheta (indicando quali cosche sarebbero state colpite ed altresì i nominativi di coloro che sarebbero stati arrestati) o l'effettuazione di accessi e controlli mirati alla cattura di latitanti, anche attraverso la consegna di atti di indagine coperti da segreto investigativo, in cartaceo o in formato elettronico. indicanti i nominativi dei soggetti indagati o dei soggetti colpiti da cattura.

Nel’ordinanza, poi, Tracuzzi è accusato anche di aver agito per garantire la conservazione e il rafforzamento dell'organizzazione, intervenendo e comunque assicurando il proprio intervento per "bloccare" accertamenti nei confronti degli esponenti della cosca (come in occasione della perquisizione effettuata il 15 gennaio 2008 nei confronti di Antonio Cortese in una villa in realtà nella disponibilità di Luciano Lo Giudice). Li avrebbe, infatti, informati in modo stabile e continuativo sulle indagini in corso nei loro confronti e sui tempi e modi di adozione di eventuali provvedimenti restrittivi; in cambio, avrebb ricevuto in cambio la dazione o la, promessa di denaro ed altre utilità, come il pagamento di conti alberghieri e di spese di viaggio, di abiti firmati, di una autovettura Porsche, la concessione in prestito di un 'autovettura Ferrari.

Altra accusa è quella della corruzione aggravata, perché. con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, nella sua qualità di ufficiale dell'Arma dei Carabinieri, in servizio presso il N.O.E. Carabinieri di Reggio Calabria dal settembre 2003 all'agosto 2007 e presso il Centro Operativo D.IA. di Reggio Calabria dal settembre 2007 al 7 giugno 2010, compiva atti contrari ai doveri del suo ufficio consistenti in particolare nella rivelazione di notizie sulle indagini di P. G. e, in genere. su notizie coperte da segreto investigativo, nonché nel compimento di interventi di favore per garantire l' "intoccabilità" degli esponenti della cosca Lo Giudice da indagini di polizia giudiziaria.