Omicidio Duro, confermate le accuse dai testimoni

Catanzaro Cronaca

Hanno confermato tutto quanto gia' detto in fase di indagini, e posto dalla Procura di Catanzaro alla base delle accuse contro i sei indagati per omicidio, i due testimoni sentiti per ore, oggi al tribunale di Catanzaro, nel corso dell'incidente probatorio fissato nell'ambito del procedimento relativo all'assassinio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso con 5 colpi di pistola a Catanzaro lo scorso 17 giugno, davanti un bar di viale Isonzo. Il giudice per le indagini Emma Sonni ha ascoltato le dichiarazioni delle due persone le cui dichiarazioni sono state acquisite anticipatamente come prova per il futuro processo, su richiesta del pubblico ministero Simona Rossi che lo ha chiesto temendo una seria attivita' di intimidazione nei loro confronti. Si e' trattato di un testimone oculare presente sul luogo ed al momento del delitto, che ha descritto minuziosamente tutto quanto vide quel pomeriggio di giugno, nonche' della fidanzata della vittima, la quale ha raccontato in aula delle minacce che lei e la sua famiglia avrebbero ricevuto prima dell'uccisione del compagno, e che confermerebbero la fondatezza del movente dell'omicidio ipotizzato dagli inquirenti. Secondo la pubblica accusa, infatti, Duro e' stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti, sempre stando all'ipotesi della Procura, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioe' proprio Nicola Duro. Per il delitto sono indagate sei persone, cinque maggiorenni ed un minorenne, tutte raggiunte da un provvedimento di custodia cautelare eseguito dalla Polizia all'alba del 3 luglio scorso con l'operazione "Cross revenge". Si tratta di Donato Passalacqua, 41 anni, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante del delitto assieme a sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni. Il loro figlio di 19 anni, Antonio Passalacqua, ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio; Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e' stato ucciso. Infine M. P., sedici anni, ed un suo parente maggiorenne, Domenico Romagnino, che avrebbero attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua, che per questo li avrebbe ricompensati con 600 euro. Concluso l'incidente probatorio, le indagini potrebbero essere ormai ad un passo dalla conclusione.