Idraulico ucciso a Catanzaro, chieste 5 condanne a 30 anni
Trenta anni di reclusione ciascuno sono stati chiesti oggi dalla pubblica accusa per i cinque imputati maggiorenni accusati dell'omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo. Il pubblico ministero Simona Rossi – riferisce l’Agi - ha concluso la propria requisitoria, nel corso della quale ha ripercorso le fasi del grave fatto di sangue così come ricostruito dagli investigatori, chiedendo per gli imputati il massimo della pena - considerato che i cinque hanno chiesto il rito abbreviato che gli garantisce lo sconto di pena di un terzo -. Dopo il pm ha discusso anche il difensore di parte civile, l'avvocato Valerio Murgano, che rappresenta la madre della vittima, le due sorelle, e la futura moglie di Duro mamma del loro bambino. Il legale ha concluso chiedendo, come il pm, di riconoscere gli imputati colpevoli, e di condannarli a risarcire un milione e mezzo di euro di danni a testa alle parti civili, tralasciando di chiederlo anche per il piccolo nato già orfano "per evitare - ha detto il penalista - di fargli compiere simbolicamente i suoi primi passi nel mondo all'interno di un'aula di tribunale".
L'udienza è proseguita con l'arringa dell'avvocato Maria Aiello, codifensore dell'unica donna imputata, Ornella Bevilacqua, prima che il giudice dell'udienza preliminare, Tiziana Macrì, rinviasse al 7 novembre per tutte le altre arringhe e la sentenza. Per l'omicidio di Nicola Duro, oltre ai cinque imputati maggiorenni, e' stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a dodici anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a dieci anni in appello il 26 settembre scorso. Il gup Macrì, invece, sta giudicando Donato Passalacqua, 41 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni; il figlio della coppia, Antonio Passalacqua, di 19 anni, che avrebbe sparato a Duro come lui stesso ha ammesso in aula lo scorso 27 luglio - quando ha raccontato di aver sparato cinque colpi di pistola contro la vittima, e di aver fatto poi sparire l'arma, rispetto alla quale non ha voluto fornire ulteriori spiegazioni, come la provenienza o altro, gettandola in mare a Catanzaro Marina, all'altezza del lido "Malibu'"; e poi ancora Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e' stato ucciso; e Domenico Romagnino, che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro. Secondo la pubblica accusa Nicola Duro e' stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti - cioè i familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale -, sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro.