University Club: martedì 19 seminario su ragazzi e media
In questi ultimi anni un gruppo di studiosi in Italia si sta occupando dell’effetto che le nuove tecnologie hanno sullo sviluppo sociale e cognitivo e, in particolare, negli adolescenti. Le nuove tecnologie hanno assunto un’importanza crescente nella vita sociale degli adolescenti e Internet è diventato uno dei principali strumenti di socializzazione e di svago per bambini e adolescenti italiani: ben il 77% dei ragazzi italiani utilizza in modo abituale la Rete come strumento di comunicazione (Rivoltella, 2006).
Internet permette di raccogliere e scambiare informazioni con i pari, interagire con altre persone mantenendo l’anonimato, sperimentare nuove identità e in alcuni casi di provare un senso di accettazione sociale. Le nuove tecnologie comunicative, comunque, oltre ai numerosi aspetti positivi, possono presentare anche aspetti negativi, tra i quali il bullismo elettronico, che comprende minacce, insulti, diffamazione o diffusione di materiale privato, attuati tramite SMS o MMS, e-mail, chat o blog (Smith 2007). Si tratta indubbiamente di una nuova forma di prevaricazione che si basa sull’uso di strumenti tecnologici per colpire un coetaneo. A differenza del bullismo tradizionale, dove i ruoli sono cristallizzati, nel cyberbullying si può assistere ad una trasposizione di ruoli: ad esempio la vittima può a sua volta essere il bullo di altri. Quindi la relazione è ancora più complessa e di certo diventa difficile mettere in atto delle strategie di intervento.
In Italia gli studi sul fenomeno del cyberbullying sono ancora ad uno stadio iniziale sebbene alcune prime ricerche abbiano evidenziato la presenza del fenomeno anche tra i nostri adolescenti, soprattutto attraverso l’uso del cellulare a differenza di altri Paesi europei nei quali si usa di più Internet per prevaricare gli altri. Alcune delle caratteristiche principali del cyberbullying sono che l’aggressore opera in anonimato e che si tratta di forme di prepotenza che vengono attuate in modo virtuale ma che hanno effetti sulla vita reale. Non si conosce il nome né il volto dell’altro ed è possibile risalire all’autore dell’aggressione solo attraverso un lungo percorso che prevede anche il coinvolgimento della polizia postale. Il 19 ottobre alle ore 10 presso l’University Club, nel campus di Arcavacata si terrà un seminario dal titolo: Ragazzi e media. Dopo i saluti del Rettore, prof. Latorre, del Presidente della Fondazione Carical, prof. Bozzo e del Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, dott. Mercurio, ci saranno le introduzioni delle prof.sse Giovannella Greco e Angela Costabile. Seguiranno le relazioni del prof. Piermarco Aroldi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha partecipato al Progetto Europeo EU Kids Online, e del prof. Peter Smith, del Goldsmiths College di Londra, coordinatore del progetto COST azione IS0801 “Cyberbullying: Positive uses of new technologies, in relationships in educational settings” che coinvolge 27 paesi europei. La nostra Università è coinvolta nel progetto COST con la responsabilità scientifica della prof.ssa Angela Costabile che da diversi anni, con il suo gruppo di ricerca, si interessa di bullismo e cyberbullying sia attraverso analisi e definizione del fenomeno che attraverso l’attuazione di corsi di formazione rivolti a docenti, educatori e genitori. Concluderà l’Assessore Regionale, prof. Mario Caligiuri. Il seminario si colloca al termine di un progetto attuato in collaborazione con la Fondazione Carical, da sempre sensibile a tematiche di rilievo sociale ed è proposto dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione che da anni è impegnato in tale direzione anche attraverso l’attivazione di un corso di Laurea Specialistica in Media Education.