“Abyss Day 2016: il Giorno degli Abissi”
Martedì 1 marzo alle ore 21.00 presso il Planetario provinciale Pythagoras di Reggio Calabria Angelo Vazzana, responsabile dell’Associazione - Museo di Biologia Marina e Paleontologia di Reggio Calabria, terrà una conferenza di presentazione dell’evento naturale nell’Area dello Stretto di Skylla e Cariddi denominato “Abyss Day 2016: il Giorno degli Abissi”.
L’argomento riguarda il fenomeno dello spiaggiamento della fauna abissale dell’Area dello Stretto: fenomeno naturale unico che si intensifica prevalentemente in momenti determinati per cui si è promosso di dedicare una giornata: quella dell’Abyss Day (già attuate nel 2014 e nel 2015) che coincide con la giornata del novilunio che cade intorno alla metà del mese di Marzo di ogni anno, mentre per l’anno 2016 la giornata degli abissi è prevista nel novilunio del 9 Marzo 2016 nella prima mattinata presso le spiagge tra Punta Pezzo e Cannitello a nord del porto di Villa San Giovanni in Calabria.
Le varie componenti che determinano questo evento naturale esclusivamente in quest’area (cicli riproduttivi di faune marine atlantiche, fotoperiodo o solarità più breve; stagionalità meno luminosa, mancanza di chiarore notturno, maggiore forza del flusso delle correnti marine, presenza di moto ondoso favorevole o meno, cambiamenti climatici, praticabilità e impegno della fascia costiera) permettono agli studiosi di avere in estemporanea una visione e una conoscenza degli abissi del nostro mare senza andare ad esplorare con batiscafi o ROV le alte profondità. Questa fauna abissale comprende diverse specie di pesci dall’aspetto mostruoso o non consueto: il pesce ascia d’argento o pesce accètta (Argyropelecus hemigymnus) che ha la forma di una piccola àscia dai riflessi argentati, sul suo corpo sono evidenti le cellule fotofore o fotofori che producono una luminosità propria conformata alla sagoma del corpo e necessaria negli ambienti oscuri degli abissi. Altre caratteristiche di questa specie sono l’organo della vista costituito non da un occhio con la pupilla come nei pesci degli ambienti litorali e illuminati, ma da una piccola lente sferica che amplifica la debole luminosità prodotta dal fotoforo sottostante ad essa. Caratteristica è la forma della bocca piuttosto ampia, rispetto alle dimensioni del pesce, e dai denti alti e sottili utili ad ingabbiare le difficili prede nell’oscuro mondo delle profondità marine.
Il pesce drago di mare (Chauliodus sloani) dal corpo allungato e scuro quasi nero argentato sottolineato dai numerosi fotofori, è noto per la propria strategia predatoria affidata alle larghe fauci che si aprono come quella di un serpente terrestre, ha una serie di lunghi affilati sottili denti posti al di fuori delle fauci stesse. Usa un lungo filamento, prolungamento di un raggio della pinna dorsale, sempre luminescente, che agita davanti alla bocca come una canna da pesca per attirare altri pesci. Il pesce vipera di mare (Stomias boa) molto simile al precedente nella forma del corpo che è scuro, allungato con file di fotofori, porta sotto il mento un corto bargiglio con all’estremità il fotoforo luminescente che usa come esca per le sue prede che possono essere più grandi dello stesso corpo di questo pesce.
Il pesce batofilo nero (Batophilus nigerrimus), dal corpo scuro e allungato per 10 – 15 cm, ha il filamento col fotoforo sotto la bocca. Il gruppo dei diversi pesci Mictofidi o pesci lanterna per la presenza sul loro corpo dei fotofori sono genericamente denominati dai pescatori diavulicchi per il loro luccicare quando di notte risalgono dalle profondità in superficie, ma molte altre specie si ritrovano sulla Spiaggia degli Abissi. Dalle profondità del Mediterraneo, con il trasporto della corrente marina, arriva spiaggiando, il plancton costituito da gamberetti, larve di crostacei, idrozoi, e altri gruppi di invertebrati marini che nell’insieme vanno a costituire il krill cioè il secondo livello della catena alimentare marina, fonte di nutrimento degli organismi più grandi, dai coralli ai piccoli pesci. Tale fenomeno naturale è collegato alle forti correnti marine di questo periodo che riflettono i movimenti planetari, in particolare la rotazione della Terra e l’attrazione della Luna sui mari.
A tale fenomeno è conseguente quello della Spiaggia Blu: le forti correnti concentrano su questa Spiaggia degli Abissi le “barchette di San Pietro” di un colore blu intenso che per la loro numerosissima presenza coprono buona parte della fascia costiera tra Punta Pezzo e Cannitello. Il nome scientifico di questi organismi pelagici simili alle meduse è Velella velella perché hanno la forma di una piccola vela e interagiscono con un mollusco pelagico (Janthina pallida) in modo singolare. Questi fenomeni naturali (le correnti, un pesce abissale, e le barchette di San Pietro), hanno ispirato la rappresentazione di Miti e sono storicamente (VI sec. a.C.), in forma allegorica, descritti già nell’opera poemica dell’Odissea (libro XII).