Crotone Libera: vandalismo ad Apriglianello, ultimo atto della distruzione cittadina
Riceviamo e pubblichiamo.
“Pare evidente che ormai, esauritasi la sistematica spoliazione del patrimonio mobiliare di questa nostra città, causa il pressoché completo esaurimento delle risorse economiche, si sia passati con convinzione alla sistematica distruzione ed appropriazione dei beni immobili appartenenti almeno sulla carta alla città di Crotone.
L’ultimo prevedibilissimo episodio di vandalismo, cui è stata vittima la scuola di Apriglianello, è l’ultimo di una lunga ed estenuante serie di episodi che non possiamo limitarci ad attribuire all’inciviltà di pochi.
Ci troviamo, infatti, di fronte ad un’amministrazione che, da anni a questa parte, si disinteressa del tutto del nostro patrimonio, senza distinguere tra il Castello di Carlo V, che verrà spogliato della sua biblioteca ed adibito a deposito di cassette di reperti archeologici che mai vedranno la luce, piuttosto che ad uffici destinati a quella stessa burocrazia che ha decretato la cementificazione del promontorio di Capo Colonna; al giardino di Via Tellini che, da quando nell’oramai lontano 2009 è stato affidato ad un privato che dovrebbe accudirlo, è divenuto una fogna a cielo aperto, una vergogna nazionale alla quale neppure è possibile avvicinarsi volontaristicamente per strappare qualche erbaccia e raccogliere qualche escremento da terra posto che il tal caso si rischia di vedere comparire la figura dell’assessore al verde che non c’è Claudio Mole, che in compagna di un drappello di vigili urbani saprà frapporsi fra l’entusiasmo di chi ancora crede nelle possibilità di rivalsa di questa terra e la realtà di una città che pare essere diventata di esclusiva proprietà di chi la odia, di chi la disprezza, di chi tenta ed a tratti riesce ad utilizzarla per i propri scopi!
La lista degli affronti, degli sprechi più o meno consapevoli cui abbiamo assistito in questi anni e che va ad accrescersi con l’approssimarsi della data delle elezioni è lungo, sterminato, si pensi al terreno di 1.200 mq, benevolmente “concesso” in comodato per 19 anni ad un privato, un incredibile tentativo vanificato da un rigurgito di reazione del sottoscritto e di un manipolo di consiglieri che hanno ottenuto dopo mesi e mesi di riunioni e di proteste la revoca di un provvedimento vergognoso, senza peraltro che l’adozione prima e la sua revoca dopo abbiano interessato o minimamente acceso la fantasia delle autorità teoricamente preposte alla tutela della legalità e del bene comune.
Oppure si riporti alla memoria il gesto dissennato di chi nel sostituire la cancellata del cimitero cittadino ha ritenuto che per par condicio la stessa non dovesse più essere sormontata dalla Croce cristiana, una faccenda questa che ha interessato a vario titolo i giornali dell’Italia intera, anche in questo caso alla mia denunzia è seguita si è vero la riapposizione di un simbolo che giammai potrebbe offendere chicchessia ma poi assolutamente nessun provvedimento è stato preso in direzione di un dirigente che un tale inverosimile provvedimento ha adottato e che poi a fine anno come del resto accade ogni anno è stato persino premiato dalla premiata ditta Vallone e soci.
Perché allora stupirsi di quanto accade ad una scuola di Apriglianello, oggetto di devastazione e di abbandono? Tutto quanto accaduto e descritto appare soltanto come il sintomo di una condizione patologica che ci spinge ad accettare fatalisticamente quello che invece potrebbe essere facilmente evitato e che al contrario è ormai è considerato non evitabile.
Non rimane perciò, a questo punto, che domandarsi nelle mani di chi i nostri concittadini di Apriglianello affideranno il loro futuro e quello dei loro figli. Siamo certi che alla fine prevarrà l’amore per la nostra terra e che da qui a qualche mese le cose potranno iniziare a cambiare”.
Fabrizio Meo e Angelo Comito, “Crotone Libera”
Le opinioni espresse in questa pagina non impegnano in alcun modo la nostra testata rispecchiando esclusivamente il pensiero dell’autore a cui viene rimandata ogni responsabilità per quanto in essa contenuto. La testata resta comunque disponibile a pubblicare integrazioni, risposte e rettifiche a quanto riportato e a firma di chiunque sia direttamente o indirettamente coinvolto.