Bruno a Mormanno per parlare a Renzi e Delrio della Statale 106 ionica

Cosenza Infrastrutture

Decide di “approfittare”, anzi di “avvantaggiarsi”, della presenza di Renzi e Delrio in Calabria – presenti oggi a Mormanno sul cantiere della Salerno-Reggio – per ricordare agli stessi il dramma della Statale 106 ionica, la cosiddetta “strada della morte” e consegnare “brevi manu” una lettera di richiesta di ammodernamento dell’arteria, già ufficialmente spedita al Premier: a farlo è il Vice Presidente della Provincia Franco Bruno che, nel dare il benvenuto agli esponenti del Governo a nome dell’Ente di Area Vasta, contesta il mancato avvio dei lavori del 3° Megalotto tra Sibari e Roseto.

Nella lettera già inviata a Palazzo Chigi e consegnata stamane direttamente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Franco Bruno ricorda che la strada statale 106 Ionica (SS 106) è una strada statale italiana che si estende da Reggio Calabria a Taranto, percorrendo tutta la costa jonica calabrese, lucana e parte di quella pugliese. Sono 415 i chilometri interessati e di questi l’80% risulta non ammodernato e non finanziato. Unico progetto finanziato – e si spera in via di cantierazione – è la tratta di circa 40 Km. Sibari-Roseto (che rappresenta il 10% del totale), per un importo di un miliardo e mezzo di euro. Paradossalmente però dopo la chiusura della Conferenza dei Servizi, risalente al 28 luglio 2014, è calato il silenzio.

“Una via di comunicazione importantissima per i collegamenti fra la Calabria e “il resto del mondo” – precisa il Vice Presidente della Provincia – fondamentale per raggiungere la Puglia e l’A14 ma anche per il trasporto interno fra Sibaritide, Crotonese, Ionio catanzarese, locride e versante sud-orientale dell’Aspromonte, è dunque a tutt’oggi abbandonata a se stessa. E il mancato ammodernamento di quest’arteria, vitale sotto il profilo economico per l’intera Calabria, pesa sulle possibilità di sviluppo e di crescita dell’area ionica e dell’intera regione”.

Secondo Bruno, tuttavia, non è questo il problema più grave: “ciò che angoscia e preoccupa i calabresi tutti è la spirale di sangue e di dolore che questa strada dissemina, continuando a mietere vittime incolpevoli a causa della sua pericolosità e inadeguatezza a lungo e invano segnalata e urlata alle Istituzioni e ai Governi». Difatti, dal 1996 a oggi, il Sistema Statistico Nazionale di Localizzazione degli Incidenti Stradali dell’ACI ha rilevato che sulla tratta calabrese della S.S. 106 si sono registrati circa 9.000 sinistri e 24.000 feriti, mentre le vittime sono oltre seicentocinquanta: «una strage di Stato”.

Per queste ragioni, Franco Bruno conclude chiedendo al Governo di prendere a cuore le sorti di questa disgraziata strada statale, affinché cessi di essere “strada della morte” e diventi la via di un nuovo sviluppo per la Calabria: “Chiedo, unitamente ai calabresi tutti, di intervenire con estrema urgenza per far cessare questa vergogna nazionale, inserendo l’opera di ammodernamento della SS. 106 ionica fra le priorità nazionali”.