Sanità. Strutture private, la protesta di 600 dipendenti a rischio di licenziamento

Cosenza Salute

I lavoratori dipendenti di tutte le strutture private accreditate di Cosenza (laboratori di analisi, studi radiologici, ecc.) si sono riuniti alle 18 di ieri sera, lunedì 18 ottobre, nella sede dei "Laboratori clinici riuniti" di via Falcone, per manifestare il loro disagio e discutere su tutta la problematica che riguarda il loro futuro di lavoratori dipendenti. Sono oltre 600 a rischiare il posto di lavoro.

“Vogliamo essere ascoltati anche noi dal presidente della Regione - ha dichiarato Grazia Greco, rappresentante delegata dei lavoratori dipendenti delle strutture private accreditate - e questo non è stato fatto. Sono stati ascoltati i nostri datori di lavoro ma noi no. Abbiamo chiesto più volte di potere incontrare Scopelliti e siamo disposti a raggiungerlo ovunque, ma fino a oggi non ci ha dato la possibilità d'incontrarlo. Questo non è uno sciopero ma uno stato di agitazione. I nostri datori di lavoro ci hanno avvertito che già da lunedì prossimo scatteranno i primi licenziamenti e ci troviamo in una terra che non ci dà la possibilità di trovare un altro posto di lavoro. Abbiamo tutti famiglia e figli. Stamattina siamo stati ascoltati dal presidente della Provincia di Cosenza, Oliverio, che ci ha garantito che sarà il nostro portavoce anche perché è un problema sociale”. Parallelamente, però, nell'assemblea di ieri è stato messo in evidenza quanto sia importante sensibilizzare sull'argomento i cittadini che, ancora ignari del problema, quotidianamente arrivano nelle strutture private accreditate, con prescrizioni, e ancora non capiscono bene perché devono pagare per intero: “Si va dalle oltre 200€ per una risonanza magnetica - come spiegato da una paziente intervenuta - e all'Annunziata per poterla fare ci vuole il 6 giugno 2012 e per un esame del sangue particolare il 4 novembre. Non posso aspettare così tanto e ne’ ho le possibilità economiche. Che cosa devo fare?”.

Da parte loro, i centri convenzionati hanno già erogato prestazioni in esubero rimettendoci anche notevolmente di tasca propria. I tetti stanziati dalla Regione per le strutture private accreditate (laboratori di analisi, ecc.) sono insufficienti per mantenere gli stessi livelli occupazionali e di assistenza ai cittadini, e al di là della distribuzione storica e non procapite. Allarmante secondo i lavoratori il silenzio dei politici che, forse, non si sono ancora resi conto della drammaticità della mancata risoluzione di questo annoso problema che andrà a ingrossare, ancora di più, la lista dei tanti disoccupati che lottano in questa nostra regione. “Andremo a Catanzaro - dicono i dipendenti - occuperemo la regione se non dovessimo avere una risposta. Abbiamo anche scritto al Prefetto chiedendogli di incontrarci ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Siamo disposti ad aspettare massimo fino a dopodomani (mercoledì sera), ci incontreremo qui alle 18 e 30 di mercoledì e decideremo sul da farsi. Giovedì mattina, se sarà necessario, alle 7 e 30, al posto di raggiungere i nostri posti di lavoro, occuperemo l'ingresso dell'autostrada”.