Messa alla Regione, Bertolone: “La vita politica deve essere un servizio alla comunità”
Il Presidente della Conferenza Episcopale Calabra Monsignor Vincenzo Bertolone ha celebrato, questa mattina, nella sede della “Cittadella” regionale, in un sala, appositamente allestita, la Santa Messa, riservata ai dipendenti regionali che numerosi hanno partecipato. Alla funzione religiosa – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - sono intervenuti il presidente della Regione Mario Oliverio, il Presidente della commissione consiliare contro la ‘ndrangheta Arturo Bova, il consigliere regionale Antonio Scalzo, il capo gabinetto della presidenza della Giunta Gaetano Pignanelli e numerosi dirigenti generali dei Dipartimenti.
Per la prima volta i dipendenti regionali, che hanno scelto di farlo, hanno potuto partecipare, tutti insieme, ad una cerimonia religiosa nella propria sede di lavoro. Si è trattato di una celebrazione molto particolare e sentita dai partecipanti perché alla Vigilia della Santa Pasqua. Monsignor Bertolone, dopo aver ringraziato il Presidente Oliverio per l’invito e dopo essersi soffermato sull’importanza dell’appuntamento, nel corso della sua Omelia, ha trattato alcuni temi della vita sociale che, più direttamente, toccano il mondo del lavoro e della politica: “I mutamenti dell’anima di una città come di una regione – ha detto Monsignor Bertolone - sono in stretta connessione con i mutamenti sociali e familiari. Ne consegue, che siamo tutti chiamati ad impegnarci a dare respiro all’anima, ad alimentare la componente etica ed ideale della politica. Se merita stima e lode l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica, è altrettanto innegabile che la vita politica deve essere un servizio totale alla comunità, ininterrotto e, se necessario, estenuante”. Monsignor Bertolone, parlando delle sfide che vengono oggi dalla società, ha affermato che “il cittadino ed il cristiano, in particolare, non può restare indifferente, ma deve avere il coraggio di gridare “a me interessa” e interessa tutto ciò che sa di sapore umano”.
“Ai cristiani – ha detto ancora Bertolone – non solo quelli impegnati negli scenari politici o amministrativi, spetta il compito di trasformare in risposte concrete, con l’esempio e con l’azione, ciò che spesso resta confinato nel limbo di un mero programma”. Il presidente della Cec ha, poi, sottolineato che “la Calabria possiede tutte le energie per rinascere, ma l’Ente Regione può e deve divenire il momento propulsivo, rivolgendosi ai corpi intermedi, stimolandone l’efficienza per utilizzare al meglio le finanze ed i fondi europei, creando così posti di lavoro”. “La nuova sede, ariosa e funzionale, nel centro della Calabria e di facile accesso – ha detto ancora Bertolone – è uno strumento importante del rinnovamento dell’Ente e di ripresa di una popolazione che merita attenzione e che, a sua volta, deve mostrare il massimo impegno. Giustizia, misericordia e fraternità: sono queste, allora le tre parole, umane e cristiane che vi consegno in questo speciale momento giubilare”.
A conclusione della Santa Messa, il Presidente Oliverio, ha ringraziato Monsignor Bertolone per aver accolto l’invito di celebrare “questa prima Messa nella Cittadella” e per la riflessione con la quale “ha colto pienamente quello che vive la Calabria e quello che è necessario alla Calabria. Tutti abbiamo la consapevolezza del momento difficile che vive la nostra regione e della necessità di recuperare ritardi e di farle cambiare passo. Siamo nella Cittadella dove, ognuno di noi, per le funzioni che svolge, deve sentire il peso della responsabilità ma anche l’orgoglio dell’appartenenza. E’ importante che, a partire dal motore della pubblica amministrazione che è la Regione, si possa cambiare velocità. Ognuno di noi deve sapere che la sua funzione è al servizio del bene collettivo. Occorre recuperare la cultura del bene comune”.
Ricordando ancora le parole del Presule, il Presidente Oliverio ha sottolineato che la missione cristiana significa, in primo luogo, rispondere a questi valori. “Significa rispondere in piena trasparenza al proprio dovere”. E quindi “quando c’è un immigrato che sbarca sulle nostre coste o una persona che soffre o un giovane che ritiene di poter costruire in questa terra una prospettiva, non bisogna girare la testa da un’altra parte, ma bisogna guardare la realtà e sforzarsi di dare una risposta”. “E’ complessa la strada che abbiamo davanti – ha detto ancora Oliverio – ma è una strada che non ha alternative”. Rivolgendosi, quindi, al personale regionale, Oliverio ha detto che la “stragrande maggioranza dei dipendenti sono persone perbene, animate di buona volontà. Noi dobbiamo partire da qui, da queste risorse per cambiare uno stereotipo che proietta anche la Regione nella mente dei calabresi in modo negativo”.
Nel concludere, il Presidente Oliverio ha ribadito che la politica deve “riacquistare una dimensione etica perché solo così può tornare ad essere servizio della comunità. Senza etica è come navigare senza bussola”. A questo punto Oliverio ha richiamato la funzione importante che in questo contesto ha la Chiesa. “Possiamo raggiungere traguardi significativi - ha concluso - se anche la Chiesa, per la sua funzione, ci darà il suo contributo; da parte nostra, guardiamo con grande attenzione alla funzione che la Chiesa calabrese può svolgere standoci accanto ed aiutandoci a favorire i cambiamenti di cui la Calabria ha bisogno”.