Marco Polo Crotone, lettera aperta alle autorità sull’amianto
"A seguito della nota stampa, diramata di recente, a firma di Michele Calvo coordinatore provinciale dei Riformisti Italiani - con la quale è stato sollevato il problema sull’amianto che ha conseguenze negative sulla salute dei cittadini, sentiamo il dovere, morale e civile, di portare alla vostra attenzione che, nel territorio crotonese, alcuni capannoni, costruiti molti anni fa e, precisamente, durante il periodo dell’ex Ovs (Opera Valorizzazione Sila), prevalentemente adibiti all’allevamento ed alla produzione di pollame, hanno le coperture (i tetti) fatte da pannelli in eternit, ormai deteriorati". E' quanto scrive osario Villirillo, presidente dell'associazione Marco Polo.
"È molto probabile - continua la nota - che le fibbre e le polveri di amianto, rilasciate nell’aria, siano state inalate dal pollame e che, di conseguenza, sia stata intaccata anche la catena alimentare.
Con la legge n. 257/92 sono stati vietati tutti i prodotti di amianto e, con successivi provvedimenti legislativi (DM 06.09.1994, DM 26.10.1995, DM 14.05.1996, DM 20.08.1999, D.LGgs. n. 257 del 25 luglio 2006), sono stati regolamentati tutti gli aspetti relativi alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica e dei lavoratori, allo smaltimento dei rifiuti, al controllo delle attività di bonifica dell’amianto presente negli edifici e negli impianti.
In Italia, l’amianto è dichiarato fuori legge a partire dal 1992 e, pertanto, tutti i proprietari di un immobile, in cui sono presenti manufatti contenenti amianto, come l’eternit, sono tenuti ad effettuare la rimozione dell’amianto stesso. Si tratta, infatti, di un minerale estremamente nocivo all’uomo, che provoca tumori e malattie croniche all’apparato respiratorio.
La malattia, inoltre, può manifestarsi anche quarant’anni dopo l’esposizione.
Per questo motivo, gli epidemiologi prevedono che la mortalità per tumori da amianto aumenterà ancora, nonostante la proibizione al commercio, per raggiungere il picco all’incirca nel 2020.
Circa il 70 per cento dei tumori deriva da esposizione professionale, per il 15- 20 per cento sono colpite le popolazioni che abitano attorno ad un centro di pericolo (un’azienda o una miniera); per il resto, con tutta probabilità, ad essere colpita è la popolazione in generale, vista la presenza ubiquitaria dei manufatti contenenti amianto.
È per questo che la legge italiana, così come quella di altri paesi, ne ha vietato persino l’estrazione. Resta, però, il problema dello smaltimento dell’amianto già installato negli immobili, che, soprattutto se danneggiato o ormai friabile, emana in abbondanza micro-fibre pericolose.
Pertanto, invitiamo le VV.SS., ognuna per le proprie competenze, ad emettere ordinanza coattiva di rimozione e smaltimento dei suddetti manufatti in eternit, a procedere al sequestro cautelativo sanitario degli allevamenti di pollame, a sottoporre lo stesso pollame ad analisi veterinarie ed a prescrivere esami clinici agli allevatori.
Riteniamo che sia utile informare che più amministrazioni pubbliche (i Comuni di Apricena, Bareggio, Bari, Bassano del Grappa, Bra, Capannori, Carmiano, Carpi, Carrara, Castiglion Fiorentino, Cattolica, Cerignola, Chiaverano, Chivasso, Concorezzo, Cremona, Eraclea, Guidonia Montecelio, Jesolo, Lamezia Terme, Laterza, Legnago, Leverano, Locorotondo, Lucca, Martina Franca, Maruggio, Massarosa, Melfi, Molfetta, Moncalvo, Mottola, Oristano, Piove di Sacco, Pomezia, Riccione, San Giorgio Jonico, Sassuolo, Scandiano, Trevi, Troina, Valdagno, Verbania, Verona, Vigonza e molti altri nonchè le Province di Barletta, Gorizia, Olbia-Tempio, Trento, Trieste ed Udine) hanno già stanziato fondi specifici per erogare ai propri cittadini contributi destinati alla rimozione ed allo smaltimento dei manufatti contenenti amianto presso immobili ad uso civile abitazione e/o produttivo, commerciale, terziario, agricolo.
A nostra memoria, non ci risulta che l’amministrazione comunale abbia effettuato la mappatura degli immobili interessati dalla presenza di amianto né che abbia mai avviato una qualsiasi procedura amministrativa per la concessione e l’erogazione di contributi a beneficio di privati cittadini per interventi di rimozione e smaltimento di manufatti contenenti amianto nonostante, in molti quartieri, in particolare, nelle contrade della città, i suddetti manufatti siano presenti in immobili ad uso civile abitazione. In virtù di ciò, esprimiamo piena condivisione e sostegno alla proposta, a dir poco pertinente, avanzata da Michele Calvo per l’attivazione di un fondo regionale, a favore di privati cittadini, per finanziare gli interventi di rimozione e smaltimento di manufatti in amianto presenti sul territorio".