Sbarco a Reggio Calabria: arrestati i due presunti scafisti
La Squadra Mobile reggina, insieme ai militari della Guardia Costiera, a conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e della Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto due cittadini senegalesi, ritenuti gli scafisti di un natante di fortuna sul quale viaggiavano parte dei migranti sbarcati al porto di Reggio Calabria nella giornata di ieri.
Ai due, A.N., di 22 anni, e M.K., di 19, sono stati contestati i delitti di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, poiché si sarebbero associati tra loro e con altri soggetti, allo stato non identificati, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti per permettere l’ingresso illegale nel territorio dello Stato, "avvalendosi di mezzi di trasporto terreste e navale, con ripartizione di ruoli e compiti", e di reclutare soggetti interessati ad entrare illegalmente, via mare, in Italia, dietro pagamento di somme di denaro, organizzare ed eseguire, insieme ad altri soggetti, in tutte le fasi, il successivo trasferimento verso la nostra Penisola, attraverso una rete organizzativa costituita da uomini e mezzi di trasporto terrestri, per raggiungere le località di mare di partenza (nord-africane) e navali per effettuare la traversata del Mar Mediterraneo in direzione delle coste italiane, e assumere il ruolo di scafista o addetto al governo dell’imbarcazione utilizzata per il trasferimento in Italia degli immigrati clandestini.
Ai due senegalesi, sono stati inoltre contestati i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché, con altri soggetti, avrebbero condotto dalle coste libiche verso il territorio dello Stato italiano un natante di fortuna, privo di bandiera, a bordo del quale viaggiavano parte dei 774 migranti giunti al porto di Reggio Calabria e dopo essere stati tratti in salvo dalla nave della Guardia Costiera italiana “Diciotti”: "procurando in tal modo - sostengono gli inquirenti - l’ingresso illegale di stranieri nel territorio dello Stato, privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale".
Il tutto con le aggravanti, per i soggetti resisi responsabili di questi delitti, di aver consentito l’ingresso in Italia di più di cinque persone; di aver esposto quelle trasportate a pericolo per la vita o per l’incolumità; di averle sottoposte a trattamento inumano o degradante; di aver commesso il fatto allo scopo di trarre profitto, anche indiretto.
Nello specifico, dalla ricostruzione dei fatti operata dagli investigatori della Squadra Mobile è emerso che i migranti erano a bordo del natante di fortuna condotto dai soggetti fermati, dopo aver pagato una somma di denaro in valuta libica agli organizzatori dei viaggi illegali verso le coste italiane. Sono partiti da Sabratah, località sita sulla costa del citato Paese nord africano, nella notte tra il 28 ed il 29 marzo scorso, viaggiando per diverse ore, sino alle prime luci del giorno, stipati su un natante di fortuna, senza alcuna dotazione di bordo per l’emergenza ed a tutela dell’incolumità personale.
Agli stessi profughi, inoltre, durante tutta la navigazione e prima di essere soccorsi dall’unità della Guardia Costiera, non è mai stato fornito cibo, né acqua, né altri generi di conforto. Proseguono, pertanto, le indagini per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici del traffico di esseri umani.