Idm, lettera ai giovani
"Oggi la nostra generazione, soprattutto nella nostra terra di appartenenza, la Calabria, si caratterizza solo ed esclusivamente per qualcosa di allarmante. Siamo la generazione degli apatici, dei negligenti e degli errati esempi. Una generazione che vede internet protagonista. Mi preme approfondire questa emergenza che quotidianamente viviamo e che ci viene sbattuta in faccia, perché alla fine siamo noi il simbolo di un'Italia in crisi, un paese che non accetta ricambi generazionali e non accetta meritocrazia". E' quanto scrive Manuel Albo, segretario Provinciale IdM Giovani.
"I laureati - continua la nota - sempre più disoccupati sono l'esempio di quell'area economica del paese in cui il lavoro viene più dosato e prescritto, che offerto. Molti "fuggono" da qui scegliendo quell'università altrove, consapevoli dei limiti che la terra natia offre o, più semplicemente, consapevoli di dover cercare un’occupazione, un lavoro che li aiuti a sfuggire a quella mano invisibile che sta distruggendo poco a poco i frutti, le grandi menti di questo paese. Si sceglie di non approfondire la propria istruzione, di non specializzarsi diventando professionisti, ma di sicuro non perché lo si voglia realmente, ma per tutti quei fattori di contorno che stanno sgretolando il sistema universitario in Calabria e stanno bloccando i desideri di volontà e perseveranza di noi giovani".
"Nelle università - aggiunge Albo - su 100 immatricolati calabresi, infatti, poco più di 60 si iscrivono nelle università calabresi, mentre gli altri decidono di iscriversi altrove; Beh e allora è tempo di dire basta, diamo il segnale che la nostra madre Calabria possa riprendersi e ristabilirsi, non deve più essere solo terra di consumo ma anche di produzione e solo noi giovani ora abbiamo la forza, il coraggio, la grinta e l'amore per far sì che questa ormai infelice pagina possa essere riscritta con chi ha saputo lottare. Ripartiamo dalla politica anche se con tristezza devo constatare che molti miei coetanei sono disinformati, lontani da essa. Un rapporto fatto di sofferenza è quello che lega oggi la politica ai giovani, un rapporto appunto distaccato, forse perché vedono tutto nero e senza speranza. A causa di questa sfiducia nell'ultimo decennio abbiamo assistito ad una progressiva crisi di partecipazione giovanile agli organismi politici tradizionali. In realtà la figura di uomo politico ligio al mantenimento dell'ordine è degenerata nel simbolo di un tedioso e grigio conformismo, assolutamente privo di alcuna attrattiva".
"Bisogna sensibilizzare questa generazione, bisogna dare loro quegli input necessari per crederci ancora, per credere che ancora in questa terra si può restare, lavorare e produrre per essa. Non voglio che questa rinascita della nostra terra sia un'utopia, noi - conclude il segretario Idm - siamo i responsabili del nostro futuro e della nostra patria, abbiamo quella speranza che non sfiorisce mai e abbiamo soprattutto il cuore, l'intelligenza e la grinta. Ora tocca a noi e abbiamo, seppur giovanissimi, la giusta esperienza, perché é quell'esperienza fallita e negativa a cui quotidianamente ci state facendo assistere e che tocchiamo con mano, che ci porterà in alto. Questa giovinezza non torna più, svegliamoci!".