Lamezia, commercio: mozione di Piccioni contro Partenariato transatlantico
Il Comune di Lamezia Terme si schieri contro il TTIP, il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti – mettendo in atto tutte le azioni di pressione di propria competenza per promuovere il ritiro del governo italiano dal trattato internazionale, nell’ambito del Consiglio Europeo. E’ quanto chiede il consigliere comunale di “Lamezia Insieme” Rosario Piccioni attraverso una mozione presentata nei giorni scorsi.
In vista della mobilitazione nazionale contro il TTIP prevista per il prossimo 7 maggio a Roma, il consigliere Piccioni chiede al consiglio e all’amministrazione comunale della nostra città di unirsi alle tante amministrazioni locali, alle organizzazioni e ai movimenti che dal febbraio 2014 hanno dato vita alla campagna STOP TTIP, per informare i cittadini sull’argomento e mobilitare una larga opposizione all’approvazione del Trattato da parte del Parlamento Europeo.
“Presentando questa mozione, chiedo a tutto il consiglio comunale di Lamezia di assumere una posizione chiara contro l’accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato dal 2013 tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Non si tratta di un'opposizione ideologica, ma di un "no" motivato da tutta una serie di elementi del trattato che potrebbero avere conseguenze negative anche nelle nostre realtà locali. Penso, in primo luogo, a questioni cruciali come la tutela dei diritti dei nostri lavoratori, che verrebbe fortemente compromessa dall'applicazione del trattato, e il rischio di privatizzazione di servizi pubblici fondamentali come la sanità o l'istruzione.
Sono evidenti i rischi di una ricaduta negativa dell'applicazione del anche TTIP anche nei nostri territori: minore democrazia delle comunità territoriali, minori garanzie per i lavoratori, minori possibilità per le nostre imprese di gareggiare per l'affidamento di appalti che quasi inevitabilmente finiranno nelle mani di grandi imprese internazionali, capaci di offrire standard più elevati ma con meno garanzie e diritti per i lavoratori. Tutto ciò è inaccettabile. La politica, e quindi noi come amministratori locali, dobbiamo fare tutto ciò che è possibile perché la salvaguardia dei diritti dei nostri cittadini, dei lavoratori e delle nostre imprese venga prima delle logiche del mercato e del profitto.
Credo anch’io nel valore della cooperazione tra Usa e Ue e nelle grandi opportunità che possono scaturire per tutti i cittadini laddove il libero mercato si accompagna a una reale globalizzazione dei diritti fondamentali e della democrazia. Ma questo accordo, che inaccettabilmente viene scritto nella più totale segretezza da parte dei governi, va in direzione nettamente contraria. Rappresenta una violazione di quei principi di trasparenza, di democrazia dal basso e di coinvolgimento delle comunità locali nelle scelte dei governi che per noi rappresentano i pilastri della vita civile e democratica. E' un accordo contro le nostre piccole e medie imprese, che sono l'ossatura del sistema sociale ed economico italiano, in particolare nel nostro Mezzogiorno.
In Italia già tanti Comuni hanno approvato mozioni di sostegno alla campagna Stop TTIP. E in tutta Europa sono già di più 1500 i centri urbani e le regioni che si sono dichiarati “zone libere dal TTIP”, tra cui grandi città come Birmingham nel Regno Unito e Amsterdam nei Paesi Bassi. Un movimento largo e plurale che, in Italia e nel resto d’Europa, sta vedendo protagonisti in prima linea proprio gli amministratori locali: pochi giorni fa il Sindaco di Birmingham ha letto la Dichiarazione dei Sindaci europei contro il TTIP nel primo meeting paneuropeo a Barcellona.
La nostra città può essere il primo grande Comune in Calabria ad adottare una mozione di sostegno alla campagna nazionale Stop TTIP. Ancora una volta come terza città della Calabria possiamo lanciare il messaggio politico chiaro che per noi il rispetto dei nostri territori, l’autonomia delle comunità locali, i valori della democrazia e della partecipazione vengono prima del profitto e delle logiche del mercato".