Nasce il sistema museale della provincia di Catanzaro
Il consiglio provinciale di Catanzaro, guidato dal presidente Enzo Bruno, vara ufficialmente il sistema della rete museale della provincia. Il regolamento che disciplinerà il nuovo organismo è stato approvato all’unanimità nella seduta di questa mattina; il presidente Bruno ha anche anticipato che la prossima settimana si terrà una conferenza stampa ad hoc per illustrarne il contenuto nel dettaglio. Il Sistema Museale, che si occupa dei beni culturali conservati nelle singole sedi museali, con particolare riguardo alla conservazione, catalogazione, ricerca e promozione, si compone delle seguenti realtà che si uniscono in Rete Museale per una migliore ed efficiente offerta culturale: Marca “Museo delle Arti di Catanzaro”; Musmi “Museo Storico Militare”; Museo Archeologico Numismatico; Marca Open (presso il Parco della Biodiversità Mediterranea). Possono altresì far parte della Rete Museale altre istituzioni e sedi che l’Amministrazione Provinciale ritenga di creare o invitare ai fini della migliore offerta culturale e, sulla base di apposite convenzioni, possono essere inclusi nel Sistema Museale altri soggetti della provincia che intendano coordinare la loro attività per i medesimi fini culturali e per questo adottare le modalità organizzative di visita in vigore nel Sistema Museale medesimo, mantenendo a proprio carico tutti gli oneri di gestione del patrimonio e della struttura.
Il presidente Bruno ha rimarcato che, al momento, il nuovo Ente di Area Vasta tra le funzioni fondamentali non vede attribuita la delega alla Cultura. Ma la legge di riforma Delrio affida alle Province in via di trasformazione il compito di mantenere le strutture di proprietà destinate a tale funzione, preservando il patrimonio in maniera efficiente. “Con enormi sforzi e senza risorse stiamo mantenendo le strutture culturali della Provincia nel migliore dei modi. Ad esempio – ha affermato il presidente – con la preziosa sinergia avviata con la Fondazione Guglielmo, il Marca mantiene un elevata qualità dell’offerta culturale e mantiene il suo eccezionale protagonismo anche a livello internazionale. Un ragionamento analogo dovrà essere avviato per il Parco della Biodiversità, così come puntiamo a nuove forme di sinergie per valorizzare il Museo Numismatico che sarà riaperto tra qualche giorno”.
A relazionare sul regolamento, dopo aver ringraziato la dirigente del settore competente Rosetta Alberto, il consigliere provinciale delegato alla Cultura, Nicola Ventura che, come emerso in sede di riunione consiliare ieri, ha messo in rilievo l’importanza della rete museale come organismo in grado di favore le migliori condizioni per fare della rete “un soggetto attivo in grado di attirare finanziamenti europei, e strumento capace di valorizzare il contributo di tanti collezionisti privati, come è accaduto al museo Musmi”. A portare il proprio contributo al dibattito anche i consiglieri Riccardo Bruno, Emilio Verrengia e Davide Zicchinella che hanno parlato della costituenda rete museale come “un grande patto per la cultura, la prima vera operazione della nuova Area Vasta”.
La seduta del consiglio è stata preceduta dalla visita di Cesare Mulè, presidente emerito nazionale di Unionturismo, e Filippo Capellupo vice presidente nazionale con delega al Mezzogiorno e presidente della Pro loco della provincia di Catanzaro, entrambi tra i promotori della proposta per la candidatura del Parco Scolacium di Roccelletta di Borgia a patrimonio Unesco dell’umanità.
“Il consiglio provinciale – ha ricordato il presidente Bruno – in maniera unanime ha approvato la proposta di adesione per la candidatura del Parco Scolacium a sito Patrimonio dell’umanità Unesco sposando la proposta avanzata dal professore Mulè che ci ha fornito una importante documentazione e ci è stato vicino nella definizione della delibera con un prezioso contributo. Siamo assolutamente convinti che questo riconoscimento avrebbe una straordinaria importanza per la cultura calabrese, in particolare di quella della Provincia di Catanzaro. La nostra istituzione sarà impegnata in prima linea per questo riconoscimento”, ha affermato il presidente Bruno consegnando personalmente la delibera approvata all’unanimità dal consiglio provinciale.
“Il Parco archeologico Scolacium – ha affermato Mulè - è il prototipo di plesso di straordinario interesse perché al suo interno vi è la stratificazione di consistenti elementi ellenisti, di una città romana di età repubblicana, arricchita in età imperiale, ben conservata, con il grande Foro, il Teatro, i Templi, la Statuaria, la coroplastica ed un ricco monetiere, di una necropoli cristiana e di una imponente Abbazia monumentale bizantino-normanna qual è la Santa Maria di Roccella. A corredo vi è la dotazione di un Moderno Museo archeologico e di una sua sezione riservata al modernariato industriale. L’intero compendio è avvolto in un oliveto secolare di notevole interesse naturalistico. Il Parco di Scolacium – ha concluso Mulè - si caratterizza come un “unicum” e merita di essere posto alla valutazione dell’Unesco”.