Rapine a Siderno, arrestato un 19enne

Reggio Calabria Cronaca
Andrea Giuseppe Papalia

Si è conclusa alle prime ore dell’alba di oggi un’importante operazione, denominata Dandi, eseguita dai Carabinieri del Gruppo di Locri e che ha portato all’arresto di un 19enne originario di Siderno.

Il giovane è gravemente indiziato della commissione di almeno due rapine a mano armata avvenute tra il dicembre del 2014 e l’aprile del del 2015 ai danni di alcuni esercizi commerciali nella cittadina Jonica. L’arrestato, sottoposto ai domiciliari, è Andrea Giuseppe Papalia che, secondo gli inquirenti, avrebbe messo a segno, col volto travisato e con armi, le rapine ai danni della tabaccheria Pedullà e del supermercato Mersì di Siderno, avvenute rispettivamente il 9 febbraio e il 30 marzo 2015.

L’operazione di oggi, “Dandi”, che prende il nome dal protagonista del libro “Romanzo Criminale” di cui il giovane aveva diverse foto sul suo telefono cellulare, ha visto impegnati gli investigatori dell’Arma in una lunga e complessa attività attuata, per settimane, con lunghi servizi di perlustrazione e sostenuti, inoltre, da un’efficace attività tipo tecnico-investigativa svolta dai Reparti Specializzati.

I FATTI addebitati al 19enne all’epoca avevano creato un vero e proprio clima di tensione e di paura a Siderno la cui comunità, spiegano gli inquirenti, “era allarmata dalla sfrontatezza di un rapinatore che per mesi ha ingenerato grande preoccupazione in tutte le potenziali vittime di rapine” tra cui i titolari e lavoratori di piccole imprese come anche di esercizi commerciali. Le rapine, sostengono ancora i militari, oltre ad essere connotate da “una oggettiva spregiudicatezza e … violenza nell’azione … sarebbero state portate a termine da un giovane, non ancora ventenne, noncurante delle leggi, ‘armato’ esclusivamente di tracotante spavalderia”.

Entrando nel particolare, il 26 maggio dello scorso anno, grazie al loro intuito i militari della Stazione locale sono riusciti ad identificare il presunto rapinatore che, notato “in circostanze di tempo e di luogo sospette” nei pressi di un negozio del luogo, ha attirato la loro attenzione. I carabinieri lo hanno così fermato e perquisito ritrovando degli abiti nascosti al di sotto di quelli che indossava, oltre ad un passamontagna (di tipo mefisto con visiera), una pistola “scacciacani senza il tappo rosso e una busta in plastica bianca simile a quella utilizzata nelle rapine.

I militari hanno poi individuato un’abitazione ritenuta il luogo utilizzato come punto d’appoggio per organizzare il colpo”. La casa era intestata ed utilizzata da un anziano familiare di Papalia e al suo interno è stato ritrovato vario riconducibile al giovane.

LA MACCHIA DI VERNICE SULLE SCARPE DEL RAPINATORE

Il 19enne è stato dunque accusato di essere l’autore delle rapine in base alle risultanze investigative e agli indizi desunti dall’attività tecnica supportata dagli accertamenti svolti dalla Sezione “Grafica e Fonica” del Ris di Messina (il Reparto Investigazioni Scientifiche) e dalle perizie dei Ctu designati dall’autorità giudiziaria di Locri. Da queste attività sarebbe emersa in particolare una compatibilità tra le scarpe indossate dal malvivente durante le rapine e quelle ritrovate nell’abitazione del giovane durante la perquisizione: sulla scarpa sinistra del rapinatore vi sarebbe stata difatti una goccia di vernice bianca simile a quella ritrovata sulle calzature del 19enne.

Altri accertamenti svolti sulle tracce audio estrapolate dall’apparato telefonico sequestrato - che sono state comparate con la voce registrata in occasione della rapina alla tabaccheria “Pedullà” - oltre che l’esame dei dati antropometrici del giovane confrontati con la sagoma del rapinatore immortalata dalla videosorveglianza dei negozi, vanno a costituire il materiale indiziario che secondo gli investigatori confermerebbe la loro tesi accusatoria.

Papalia dunque, dovrà rispondere della rapina del 10 febbraio 2015 ai danni della tabaccheria “Pedullà”, quando una persona col volto travisato e sotto la minaccia di una pistola, s’impossessò di 1.500 euro. In questo caso ad inchiodare il ragazzo sarebbe stata la corrispondenza con il giubbotto, la pistola e le scarpe indossate dal rapinatore con quelli sequestrati all’interessato e, soprattutto, la corrispondenza del tono vocale.

Inoltre, il 19enne avrebbe messo a segno l’altra rapina del 30 marzo 2015 ai danni del market “Mersì”. Anche in questo caso un malvivente col volto nascosto e pistola in mano si accaparrò 200 euro. Per i militari sarebbe schiacciante la corrispondenza con la pistola e le scarpe indossate dal malvivente con quelli sequestrati all’interessato e, soprattutto, come documentato dagli accertamenti antropometrici del Ris, anche la statura reale del rapinatore.

L’arrestato, su disposizione del Gip del Tribunale di Locri, è stato sottoposto ai domiciliari presso la sua abitazione e al divieto di non allontanarsi senza autorizzazione del magistrato e di non comunicare (nemmeno per telefono o con altri mezzi) con persone diverse dai familiari conviventi.

(Aggiornata alle 08:40)

L'operazione è stata convenzionalmente denominata "Dandi", dal nome del protagonista del libro "Romanzo Criminale" di cui Papalia custodiva diverse foto sul suo telefono cellulare ed è frutto di mesi di indagini.