Bruno all’atto di consacrazione della Provincia alla Madonna di Costantinopoli
“In questo giorno solenne, vogliamo affidarti la nostra provincia di Catanzaro, perché tu sia Patrona come lo sei di questa città di Catanzaro”. Il presidente della Provincia, Enzo Bruno, legge - non senza coinvolgimento emotivo - l’atto di consacrazione della Provincia alla Madonna di Costantinopoli, prima del sindaco Massimo Chiarella.
La cerimonia si è svolge questa mattina nella chiesa Matrice di Gimigliano, in festa anche per i cresimandi pronti a riceve il sacramento nel giorno della Pentecoste, nella domenica che inaugura il triduo delle celebrazioni che quest’anno coincidono con il 390esimo anno dell'origine dell'Immagine della Madonna, e si concluderanno martedì 17 con il tradizionale pellegrinaggio da Gimigliano alla Basilica di Porto. La storia della Madonna di Costantinopoli, risale al 1626, quando il popolo gimiglianese volle procurarsi un’immagine della Madonna di Costantinopoli che si venerava a Napoli.
L’incarico di ritrarre a pittura l’immagine fu affidato ad un pittore che, abbozzò solo il disegno, ma si trovò miracolosamente completato il quadro il mattino seguente. Nel 1753 la Madonna apparve in sonno, in contrada Porto, a un giovane fuorilegge, di nome Pietro Gatto, al quale chiese di erigere in quel luogo una icona con un’immagine consimile al quadro custodito nella Chiesa Madre di Gimigliano.
Oggi attorno a quella piccola “icona” sorge il santuario elevato a Basilica minore. E proprio un quadro che ritrae l’immagine della Madonna di Costantinopoli è stato donato al presidente Bruno, al sindaco Chiarella
e inviata all’arcivescovo della diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Bertolone, al termine della cerimonia religiosa officiata da don Gesualdo De Luca e dal parroco don Orlando Amelio.
Presenti autorità civili e militari, tra questi l’on. Mario Tassone, il consigliere regionale Sinibaldo Esposito, il consigliere provinciale Emilio Verrengia. “Un atto sentito – ha affermato il presidente Bruno - che accompagna un sentimento autentico mirato a “rafforzare la nostra identità territoriale, nella devozione che invochiamo per l’adeguatezza e l’efficienza del nostro operato amministrativo quotidiano”.