Dissesto idrogeologico: Guccione, la Calabria deve imparare a programmare
“Quanto tempo dovremo ancora attendere perché eventi drammatici e disastrosi come le alluvioni del 1951, del 1972-73, ma anche i recenti fenomeni che hanno interessato Crotone (1996), Soverato (2000), Cavallerizzo (2005), Vibo Valentia (2006), l’Autostrada Sa-Rc (2009) e quest’anno, come quello precedente, quasi tutti i comuni calabresi, non si verifichino mai più nella nostra regione?”. Se lo è chiesto il Consigliere il Consigliere Regionale del Pd, on. Carlo Guccione, intervenendo, alla conferenza stampa che si è tenuta oggi martedì 26 ottobre 2010 a Vibo Valentia ancora una volta, sul grave fenomeno del dissesto idrogeologico che, con l’avvicinarsi della stagione invernale, sta già devastando l’intero territorio calabrese. “Nei giorni scorsi -prosegue Guccione- ho presentato insieme ai colleghi Censore, Aiello e De Gaetano un Progetto di Legge che, pur non essendo la panacea a tutti i mali, vuole essere uno spunto serio per avviare finalmente nella nostra regione un confronto ampio ed approfondito nel merito di questa questione. Il tempo delle parole e delle promesse è finito. Abbiamo messo a disposizione della regione e di tutti i comuni calabresi una proposta concreta anche alla luce della drammatica esperienza vissuta da tantissime nostre comunità, dell’impotenza e della rabbia dei sindaci lasciati spesso soli ad affrontare emergenze più grandi di loro, dell’insufficienza delle risorse impegnate dal Governo Nazionale rispetto alle ultime tre grandi emergenze verificatesi tra il 2009 e il 2010 e degli impegni pubblicamente assunti e totalmente disattesi dal Sottosegretario di Stato Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, on. Guido Bertolaso, durante vari sopralluoghi in Calabria”. “Al Governo regionale –aggiunge il Consigliere regionale del Pd- chiediamo un atto di coraggio per invertire finalmente, attraverso i fatti e gli atti concreti, la tendenza parolaia ed inconcludente che spesso caratterizza la politica e il governo delle nostre istituzioni. Abbiamo chiesto che vengano stanziati seicentomilioni di euro da aggiungere ai finanziamenti disposti dal Governo nazionale per fronteggiare le conseguenze degli eventi calamitosi verificatisi negli anni 2009 e 2010 e per potenziare gli interventi di previsione e prevenzione in materia di rischio idrogeologico. Abbiamo proposto che il trenta per cento di tale stanziamento venga destinato ai Comuni, alle Province, agli Enti e/o Società a capitale pubblico e ai gestori di pubblici servizi per la copertura delle spese sostenute per garantire le operazioni di emergenza ed il ritorno alla normalità e la riparazione dei danni subiti dalle infrastrutture proprie e ai privati e alle imprese che hanno subito la perdita e/o il danneggiamento di beni mobili e immobili e che il restante settanta per cento venga destinato alle Province, ai Comuni, alle Comunità Montane e all’Azienda Forestale Regionale per la stesura e la realizzazione, con l’ausilio delle strutture della Protezione Civile, di progetti che prevedano la messa in sicurezza e il consolidamento di luoghi ed ambienti esposti a rischio idrogeologico molto elevato e elevato, secondo la classificazione del Piano per l’Assetto Idrogeolo-gico (P.A.I.), la realizzazione e manutenzione di opere di protezione idraulica; la bonifica e il rimboschimento dei soprassuolo percorsi dal fuoco; l’attività di vigilanza e di polizia ambientale; il monitoraggio delle aree a rischio frana in prossimità dei centri abitati e delle strade;l’installazione di sistemi di allertamento delle popolazioni interessate al rischio dissesto”. “Ora –ha concluso Guccione- attendiamo fiduciosi la risposta positiva del Consiglio regionale. Di fronte a problemi così drammatici come quello del dissesto idrogeologico le appartenenze e le colorazioni politiche non contano. Ognuno deve fare la propria parte. La Calabria deve finalmente voltare pagina avviando un’efficace politica di previsione e prevenzione per scongiurare definitivamente la possibilità di doversi trovare a gestire un’emergenza permanente, nella consapevolezza che se prevenire può costare cinquanta, gestire e superare l’emergenza può costare anche cento”.