Vecchioni a Lungro, il governatore: “La cultura è speranza”
Cordiale ed amichevole incontro a Lungro, nel corso della cerimonia di intitolazione del locale liceo scientifico a Francesco Santoianni, del Presidente della Regione Mario Oliverio con il noto cantautore, paroliere e scrittore Roberto Vecchioni, subito dopo la presentazione del libro di quest’ultimo “Il mercante di Luce”, durante la quale Il “professore” della musica italiana, per trent’anni insegnante di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici di Milano e Brescia, passato poi all’insegnamento universitario, ha raccontato la storia di Marco, un giovane di 17 anni affetto da progeria (invecchiamento precoce), ormai prossimo alla fine, e del rapporto con il padre Stefano, professore di latino e greco, che lo educa e lo forma alla bellezza e a combattere la stupidità e l’omologazione.
“Ho ascoltato con grande attenzione e partecipazione emotiva –ha detto Oliverio al termine del breve incontro- l’intervento di Roberto Vecchioni a Lungro. E’ un uomo colto, sensibile e raffinato. Un uomo di grande spessore umano e culturale, che ha conosciuto la sofferenza e la gioia del successo e che ha molto a cuore i giovani e il loro futuro. Egli, che di ragazzi ne ha conosciuti molti a scuola ed ai suoi concerti, lancia loro un messaggio di fiducia e di speranza e lo fa attraverso la cultura perché è solo attraverso di essa che si scopre e si apprezza la bellezza, il gusto per la vita e per le cose. Lo fa viaggiando tra i lirici e i tragici greci. Perché è lì, in Grecia, come ha più volte sottolineato nel corso del suo intervento-testimonianza, che tutto ha avuto inizio. In un momento in cui il mondo, soprattutto quello giovanile, sembra rassegnato e stanco, distratto e deluso da mille tradimenti, c’è estremamente bisogno di maestri e testimoni come Roberto Vecchioni”.
“Nel breve scambio di battute che ho avuto con lui a Lungro- ha concluso il Presidente della Giunta regionale- gli ho strappato la promessa di un ritorno, a breve, nella nostra regione che lui stesso ha definito “erede della grande cultura e tradizione greca”. Mi piacerebbe molto che lui tenesse, magari insieme a Francesca Prestìa, così come è accaduto sul palcoscenico dello Sferistereo di Musicultura a Macerata, un grande concerto-testimonianza sulle radici della cultura magno-greca in Calabria, per ricordare innanzitutto a noi calabresi e poi al Paese e al mondo intero da dove veniamo e di quale immenso patrimonio siamo custodi ed eredi. Sono certo che il mio desiderio presto si avvererà e stiamo già lavorando perché ciò accada”.