Rende. Dieni (M5S): Il Comune faccia chiarezza sui 40 lavoratori in mobilità
“Il sindaco di Rende, Marcello Manna, faccia chiarezza sui 40 lavoratori in mobilità ordinaria presenti in Comune chiamati con una legge abrogata.” Con queste parole la deputata del MoVimento 5 Stelle Federica Dieni si schiera col consigliere pentastellato Domenico Miceli annunciando la presentazione di un’interrogazione sul tema al Ministro del Lavoro.
“Il Movimento 5 Stelle – continua la parlamentare - è sempre stato critico sul ricorso a forme di selezione per l’ingresso nella pubblica amministrazione difformi dal concorso. Purtroppo in Calabria si è invece fatto largo ricorso a rapporti di lavoro precario come ammortizzatore sociale privilegiando, nelle assunzioni, logiche legate al clientelismo politico anziché al merito. Questo processo crea molti problemi: anzitutto perché questo tipo di assunzioni presuppongono un termine, che diventa uno strumento di ricatto verso i lavoratori stessi. Per questo motivo, quando la legge parla di forme di lavoro di questo tipo, occorre restare fedeli alla lettera della norma e ai suoi limiti. Il Comune di Rende non l’ha fatto, dato che ha proceduto ad assorbire forza lavoro oltre la scadenza che era ammessa dal dl 154/2015. A scanso di equivoci, anche una circolare del Ministero del Lavoro l’aveva precisato: non si potevano finanziare progetti che non fossero già iniziati al 24 settembre 2015. La Giunta del Comune di Rende, invece, decide di approvare dei progetti per l’attuazione di lavori socialmente utili, mediante l’utilizzo di lavoratori in mobilità ordinaria, che sarebbero partiti dopo il 29 ottobre 2015, in palese violazione della legge.”
“Tali tipi di condotta – termina la deputata – fanno male ai cittadini e ai lavoratori. Ai cittadini perché risorse comunque pubbliche vengono utilizzate in spregio alla legalità. Ai lavoratori perché, essendo assunti al di fuori dei limiti della legge, sono nella doppia precarietà di un impiego a termine che rischia di finire prima del tempo. Un “successo” di chi intende la politica come una serie di espedienti per elargire favori, anziché di un sistema per creare risposte solide per gli elettori.”
“Ci troviamo di fronte ad una giunta approssimativa – dice i portavoce al Comune di Rende, Domenico Miceli – che utilizza leggi ormai abrogate e, cosa ancor più grave, non ne rispetta neanche i dettami. Come, ad esempio, quello che esclude l’utilizzo di Lsu in mansioni che comportino l’accesso a dati sensibili o che richiedano particolari vincoli di riservatezza. Risulta inquietante – conclude Miceli – la risposta dell’esecutivo alla nostra interrogazione quando ammette che “l’amministrazione è a conoscenza dei fatti riportati in oggetto”, perché potrebbe dimostrare due cose: la premeditazione ad agire al di là della legge in maniera del tutto spregiudicata, che non trova giustificazione alcuna, o la più totale incompetenza amministrativa”.