Frode sportiva, sotto la lente anche la partita Avellino-Reggina
Dieci persone, ritenute legate al gruppo di camorra "Vanella Grassi" di Secondigliano, sono state arrestate nell'ambito di una inchiesta della Dda di Napoli in merito alle attività del clan su scommesse e partite di serie B. I pm ipotizzano il reato di frode sportiva per la gara Avellino-Reggina del 25 maggio 2014.
Ammonterebbe a 110mila euro il guadagno del clan Vanella Grassi sulla combine della partita incriminata. La ricostruzione del presunto match truccato è nelle pagine dell'ordinanza firmata dal gip Ludovica Mancini che ha portato all'esecuzione di 10 misure cautelari, di cui due a carico dei giocatori Luca Pini e Francesco Mellisi, mentre Armando Izzo, altro giocatore, è indagato.
Secondo l'accusa Antonio Accurso, ritenuto esponente del clan "Vanella Grassi", avrebbe offerto 50mila euro che l'ex calciatore Luca Pini avrebbe consegnato al giocatore Francesco Millesi. Quest’ultimo - secondo gli inquirenti - li avrebbe usati per corrompere calciatori della Reggina non identificati e favorire la vittoria dell'Avellino.
La Figc rende noto che: “Il Procuratore Federale Stefano Palazzi ha preso contatto con il Procuratore aggiunto Filippo Beatrice ricevendo la piena disponibilità alla trasmissione degli atti allo stato delle indagini. A breve sarà formalmente aperta un'inchiesta della Procura federale sul caso e nei prossimi giorni verrà disposto il ritiro degli atti dalla Dda di Napoli.”
(ultimo aggiornamento 18:38)