Papa accoglie 500 piccoli migranti giunti in Frecciargento da Vibo

Vibo Valentia Attualità

Papa Francesco ha accolto 500 piccoli migranti arrivati, dalla Calabria alla Città del Vaticano, con un treno Frecciargento delle Ferrovie dello Stato Italiane: "Il Treno dei Bambini". L'iniziativa - fa sapere l’Agi - giunta alla quarta edizione e promossa dal "Cortile dei Gentili", quest'anno viene dedicata ai piccoli migranti che hanno affrontato un grande viaggio in cerca di speranza e rivolta anche bambini che li hanno accolti nelle loro città, nelle loro scuole e nelle case.

Conseguentemente, il tema di quest'anno è Portati dalle Onde, come è successo a un giovane nigeriano che ha lasciato il suo paese con i genitori per fuggire dalla guerra. Ma nel viaggio ha perso papà e mamma in una delle tante e drammatiche tragedie del mare. Lui ce l'ha fatta e si è fermato a Lamezia dove, in una comunità per minori stranieri, ha trovato un'altra famiglia che lo ha accolto come un figlio. Il Frecciargento, messo a disposizione da Ferrovie dello Stato Italiane, è partito alle sei di questa mattina da Vibo Valentia - Pizzo.

Una breve sosta a Roma Termini dove i bambini sono stati salutati dalla presidente del Gruppo FS Italiane, Gioia Ghezzi, che ha proseguito insieme a loro per la stazione di Città del Vaticano. Proprio qui i bambini sono stati accolti dal Cardinale Giuseppe Bertello, Presidente del Governatorato della Città del Vaticano e dal Cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Il treno ripartirà per la Calabria nel primo pomeriggio. Durante la breve passeggiata dalla stazione ferroviaria del Vaticano alla sala Nervi, i bambini hanno fatto volare in aria centinaia di palloncini bianchi, in ricordo di tutti quei piccoli che, purtroppo, non sono mai arrivati. Nella Sala Nervi, a mezzogiorno in punto, i bambini hanno incontrato Papa Francesco. Grande emozione quando il Santo Padre ha donato a tutti loro parole di amore, speranza e coraggio.

I migranti "non sono un pericolo, ma sono in pericolo". Con questo gioco di parole Papa Francesco ha fotografato la situazione di profughi e migranti in fuga da guerre, persecuzioni e Papa durante l'incontro con i piccoli del "Treno dei bambini", nell'atrio dell'aula Paolo VI in Vaticano. L'incontro – scrive l’Agi- è stato introdotto dalla lettura di una lettera, rivolta al mondo, dei bambini italiani che hanno accolto in Calabria i piccoli fratelli migranti: "Abbiamo riflettuto su tutti quegli adulti e bambini che lasciano la loro terra a causa della guerra e delle persecuzioni. Molti non riescono nemmeno a raggiungere la meta a causa di quelle onde che dovrebbero garantirgli la salvezza e che, invece, li tradiscono e li portano alla morte. Pensiamo a loro e non riusciamo a capire come nel mondo possano esserci tante ingiustizie. Promettiamo di accogliere chiunque arriverà nel nostro paese, senza considerare chi ha un colore di pelle diverso, chi parla una lingua differente o professa un'altra religione, un nemico pericoloso".

Papa Francesco si è presentato all'incontro con in mano il giubbotto salvagente di una bimba siriana morta mentre cercava di raggiungere con i genitori la spiaggia di Lesbo. Lo riferisce l'Osservatore Romano sottolineando che insieme ai disegni donatigli dai piccoli durante la visita al campo profughi dell'isola greca, il Pontefice custodisce il salvagente tra le sue cose più care, da mercoledì scorso, quando, durante l'udienza in piazza San Pietro, lo ha ricevuto dalle mani di Oscar Camps, responsabile dell'associazione spagnola Proactiva Open Arms, in lacrime per non essere riuscito a salvare quella giovanissima vita.

Per prima cosa, il Papa ha stretto in un abbraccio il ragazzo nigeriano che gli ha subito confidato di aver trovato a Lamezia Terme, in don Giacomo Panizza e nella sua comunità per minori stranieri, quel riferimento che lo ha portato a essere accolto da una famiglia italiana. Insieme hanno ha recitato l'avemaria, nel ricordo di tutti i migranti morti in mare. E soprattutto nel ricordo di quella piccola siriana: aveva appena sei anni, ha detto il Papa, e non sappiamo neppure quale fosse il suo nome. Ma "ognuno di voi – ha detto ai ragazzi- le dia il nome che vuole, nel suo cuore. Lei è in cielo e ci guarda. Chiudiamo gli occhi, pensiamo a lei e diamole un nome". Con la certezza, ha aggiunto, che la Madonna la stringe in un abbraccio per darle un bacio.

Con i bambini Francesco ha quindi dato vita a un vivacissimo scambio di pensieri su come e perché accogliere i migranti. Prendendo spunto dal disegno di Giuseppe, che il Papa ha chiamato accanto a sé per spiegare la bellezza di un gruppo di bambini, con i colori della pelle diversi, che giocano insieme. E poi il dialogo aperto, senza giri di parole, con Antonio, Guglielmo, Ariston (fuggito dallo Sri Lanka) e Sabba. L

'emergenza dei migranti è stata affrontata dal Papa e dai suoi giovani interlocutori a partire dall'immagine evocativa delle onde del mare: quel mare che in Calabria è tanto bello ma che, purtroppo, a volte diventa persino sepolcro per i migranti in cerca di salvezza, di una vita migliore, di un lavoro. Nel botta e risposta con i ragazzi, il Pontefice ha sollecitato tutti a destarsi dall'indifferenza e a rompere gli indugi per accogliere gli altri come fratelli. L'accoglienza - ha spiegato - significa prendersi cura dell'altro. E a questo proposito ha attualizzato la parabola del buon samaritano, invitando i presenti a compiere gesti concreti di accoglienza: stringere la mano, allargare le braccia e avere anche quella tenerezza che porta a dare un bacio, una carezza.

Da parte loro, conclude il quotidiano vaticano, i bambini hanno espresso al Papa la loro indignazione di fronte alla mancata accoglienza che è sempre "un'ingiustizia". E Antonio, dieci anni, è arrivato a dire che le persone che non fanno accoglienza "sono bestie". In realtà - ha precisato il Papa - Antonio non voleva insultare nessuno ma il cuore dell'uomo deve essere capace di tenerezza. E Francesco non ha mancato di ricordare i veri valori del gioco e dello sport, il senso di "fare squadra insieme", riprendendo le parole di una bambina romana secondo cui lo sport insegna l'amicizia, a "non barare e a rispettare il prossimo". Infine ha risposto alla domanda di un'altra ragazzina romana su cosa prova a essere Papa. Semplice, la risposta: "me lo ha chiesto Gesu'". Il treno - conclude l'Agi - è ripartito per la Calabria nel primo pomeriggio.