Totò Rotella e l’incontro speciale con Papa Francesco
Lui si chiama Antonio Rotella, Totò per gli amici e colleghi, 55 anni di Mileto, impiegato provinciale nell'ufficio del demanio idrico, del settore ambiente. Totò Rotella nei giorni scorsi ha avuto un "incontro ravvicinato" con Papa Francesco e, da quel giorno, si sente interiormente e profondamente cambiato. Ma veniamo ai fatti... Totò Rotella da ben trentun anni, ogni 25 marzo, festeggia il suo anniversario di matrimonio. Ogni anno, in questa data speciale, prende qualche giorno di ferie per una piccola vacanza da ricordare. In questi anni tante belle, suggestive e romantiche località: Merano, Roma, Bolzano, Cortina d'Ampezzo proprio l'anno scorso...
Ma al di là dei luoghi suggestivi, il 25 marzo 2015 è divenuta una data davvero indelebile. Un incontro ravvicinato con un lungo dialogo, inatteso ed improvviso, con il Papa, con il mitico Papa Francesco. Totò Rotella estasiato racconta e si racconta: "Eravamo andati a Roma, in Vaticano, per esprimere i nostri disagi lavorativi, per l'udienza generale, accompagnati dal vescovo di Mileto-Nicotera-Topea, monsignor Luigi Renzo, il nostro gruppo della Provincia di Vibo Valentia, tra tantissima altra gente proveniente da ogni luogo, davvero migliaia di persone. L'evento era ormai terminato e dovevamo solo ritornare ai nostri pullman, al viaggio, a casa in Calabria. Ad un certo punto ho visto il Papa scendere verso la gente e puntare direttamente verso le mie mani, le stringe, parla con me".
Per Totò Rotella quei minuti sono lunghissimi, interminabili, ma anche un attimo. "Avevo la sua papalina bianca stretta tra le mie mani, momenti davvero indimenticabili, sento ancora la sua voce che dice: quando non si guadagna il pane si perde la dignità, i giovani non hanno prospettive per il futuro e possono diventare preda delle organizzazioni malavitose. Per favore lottiamo per il lavoro." Queste parole, quelle parole pronunciate da Papa Francesco, Totò Rotella le sente ancora, forti, presenti e vive di sonorità nelle sue orecchie. Nei giorni precedenti aveva avuto delle emozioni fortissime legate a due distinte vicende accadute a suo figlio Giovanni, 18 anni. Lui si trovava a Tunisi durante l'attacco dell'Isis al museo, si trovava lì in crociera. Era sceso dalla nave, era sceso per andare al museo, con altri giovani aveva deciso di andare in taxi ai bazar. Poi i ben noti fatti di cronaca, l'allarme attraverso la radio, un dietro front improvviso del tassista che attraverso una stradina sterrata riesce a portare il gruppo alla nave. Totò Rotella rivive con emozione quei momenti di assenza di comunicazione con il figlio, le paure, il terrore per le notizie che arrivavano attraverso i tg televisivi, poi ancora le telefonate all'unità di crisi della Farnesina.
Una lunga struggente attesa carica di tensione, di paura prima della voce del figlio, delle buone notizie e delle rassicurazioni. Qualche mese prima lo stesso Giovanni Rotella era stato al centro di un pericoloso episodio accaduto in campo: un arresto cardiaco ed un brutto trauma cranico in seguito ad una ginocchiata subita durante una partita di calcio. Altra paura ed altro grande spavento per i genitori. Poi la preghiera e, qualche giorno dopo, Totò Rotella vede arrivare quelle mani di Papa Francesco dirette verso le sue mani. Subito dopo comprende che c'è un perché in tutto questo, che non è affatto casuale, ora in lui c'è una risposta forte.