Traffico internazionale di droga e omicidio, 20 arresti in Toscana

Calabria Cronaca

Traffico internazionale di sostanze stupefacenti ed omicidio: con queste accuse la Guardia di Finanza di Pisa ed i ed i carabinieri di Livorno, su richiesta della Dda di Firenze (Direzione Distrettuale Antimafia) hanno proceduto all’arresto di 20 soggetti (6 in carcere e 14 ai domiciliari) ritenendo di aver scoperto e smembrato un’organizzazione criminale composta da persone calabresi e livornesi e operative tra le province di Firenze, Livorno, Pisa, Prato, Pistoia, Massa e Lucca. Durante il blitz, denominato operazione Akarius sono stati anche sequestrati oltre 65 chilogrammi di droga.

L’omicidio alla base dell’indagine sarebbe quello di Giuseppe Raucci, 48enne di Prato ma residente a Camaiore, ucciso nel dicembre scorso a Tirrenia ed il cui corpo venne ritrovato a Ginestra Fiorentina. Secondo le ipotesi investigative l’uomo sarebbe stato ucciso perché ritenuto il responsabile di una truffa su un affare di droga finito male.

Tra gli arresti eseguiti a Livorno (9 in tutto) vi è un soggetto dominicano che si ritiene abbia avuto un ruolo chiave nell’omicidio. Secondo gli inquirenti il dominicano e Raucci, nel novembre scorso, furono incaricati dal gruppo calabro-toscano di acquistare 3 chili di cocaina dai colombiani di Roma per poi essere distribuita sempre in Toscana. Una volta rientrati, però, si sarebbe scoperto che la droga era in realtà dello zucchero cosa che fece sospettare al gruppo criminale che i due incaricati fossero coinvolti nella truffa.

Il dominicano e Raucci avrebbero tentato invano di recuperare la somma corrispondente alla partita di coca, circa 35 mila euro, ma non essendoci riusciti nel dicembre scorso i due vennero convocati dall’organizzazione e, in quell’occasione, il pratese fu prima pestato e poi ucciso

INSOSPETTABILI IMPRENDITORI NEL BUSINESS DELLA COCA

Grazie alle delle investigazioni, scaturite dunque dall’identificazione del narcotrafficante dominicano, si è arrivati a scoprire l’importante giro di cocaina, che veniva importata dai paesi del Sud America, e il fenomeno cosiddetto di brokeraggio che partiva dalla Toscana.

Una precedente indagine delle Fiamme Gialle di Pisa, nel luglio del 2015, aveva già fatto emergere un gruppo di insospettabili imprenditori della provincia, che si erano affiliati con trafficanti di cocaina per importare la droga direttamente dalla Colombia. Al termine di questa operazione venivano sequestrati 54 chili di coca e disposti 14 provvedimenti di fermo emessi dal Pm Angela Pietroiusti.

Carabinieri e finanzieri hanno operato in perfetta sinergia, attraverso indagini tecniche ed insieme ai tradizionali appostamenti e pedinamenti sono riusciti ad individuare due soggetti, operanti tra Pisa, Livorno, Lucca e Prato i quali, in concorso tra loro e grazie a contatti nel mondo del narcotraffico colombiano, avevano proposto l’acquisto di cocaina a varie compagini criminali, principalmente di matrice camorristica e ‘ndranghetista.

Venne rilevata così una mediazione da parte dei due brokers in una importazione di 300 kg di cocaina dal Sudamerica all’Italia. Contestualmente venne delineato il ruolo di un distinto sodalizio criminale, quello calabro-labronico, denominato “Gruppo Pesci”, da cui prende il nome l’Operazione “Akuarius”,che aveva il ruolo di ricettore di stupefacente e di controllo dell’organizzazione logistica deputata a ricevere le importazioni, che avvenivano tramite il porto di Livorno.

Tuttavia, nell’attesa che l’importazione si concretizzasse, i due broker, il domenicano e Raucci, sarebbero stati incaricati, dalla cellula facente capo al “Gruppo Pesci”, di reperire della cocaina prendendo contatti con una cellula di trafficanti colombiani, stabiliti a Roma e che, appunto, li avrebbero truffati consegnandogli loro 3 kg di zucchero invece della cocaina, fatto che portò alla “punizione” dell’intermediario che fu quindi ucciso.

Le indagini, pertanto, vennero indirizzate anche all’individuazione dei responsabili dell’omicidio, che durante il periodo di monitoraggio trafficavano oltre che cocaina anche hashish.

Venne così individuata una possibile fornitura di quest’ultimo stupefacente da parte di uno dei sodali. Pe non farsi scoprire gli investigatori fecero intervenire una pattuglia dei Carabinieri di Prato che, il 21 gennaio scorso, sequestrò oltre 10 kg di hashish e arrestò il corriere.

L’attività avrebbe così permesso di rilevare che la cellula criminale, grazie al suo potere intimidatorio ed alle infiltrazioni nel tessuto sociale di Livorno e Prato, probabilmente poteva costituire un punto di riferimento a cui altre organizzazioni criminali, trafficanti di cocaina presso lo scalo marittimo labronico, potevano far riferimento.

Tra queste, figura anche la compagine scoperta dai finanzieri nel luglio del 2015, nell’ambito dell’operazione “Mexcal”, e che si era avvalsa, senza successo, degli affiliati dell’organizzazione calabro-labronica per recuperare la cocaina importata dalla Colombia prima presso il porto di Livorno e quindi presso quello di Catania, dove la droga è stata poi sequestrata.

(Aggiornata alle 12:25)