Lamezia Terme, lettera della consigliera Teresa Benincasa

Catanzaro Attualità

Riceviamo e pubblichiamo una lettera della consigliera del comune di Lamezia Terme, Teresa Benincasa: “La certezza che gravita anche attorno al sistema lametino è che la sanità è materia “sensibile” poiché da quello che si può capire ha contribuito a foraggiare interessi non legittimi. La sanità che si preoccupa di negoziare posti letto, primariati, convenzioni e appalti è una stagione secca. Scopelliti anche a Lamezia dà corpo a una logica chiara e responsabile con cui vuole onorare l’impegno per una sanità efficiente per tutti. Lo fa iniziando a dire e fare le cose vere che si possono fare. E spiega come: il modello Hub e Spoke, articolato su base sia territoriale, sia funzionale, parte dal presupposto oggettivo che per determinate situazioni e complessità di malattia sono necessarie competenze rare e costose che non possono essere assicurate in modo efficiente senza essere concentrate in Centri regionali di alta specializzazione (es. trapianti e complessità cardiologiche destinati agli hub di Catanzaro per le sue strutture universitarie già presenti nel territorio, Cosenza e Reggio). All’Ospedale di Lamezia Terme, Scopelliti ha inoltre riconosciuto un carattere di specialità e autonomia maggiore rispetto agli altri di “pochi ma buoni” ospedali spoke ( tra cui le province di Crotone e Vibo). E’ riconosciuta infatti l’autonomia per sviluppare delle specificità in funzione della sua posizione baricentrica. Piuttosto che stare a triturare lagnanze, l’occasione sarebbe giusta per mettersi a lavoro e convergere sulla specialità da sviluppare allo spoke di Lamezia. Proposta: 1)perché non mettere a frutto le potenzialità del settore materno-infantile che già gode di una buona Ginecologia e Pediatria e potenziare con la specializzazione di una chirurgia pediatrica e l’attivazione di un Polo capace di offrire tutte quelle attività e quei servizi mancanti sia verso la salute delle donne che dei bambini. E perché non preoccuparsi di garantire i servizi socio- assistenziali e di medicina territoriale favorendo le fasce più deboli come anziani e portatori di handicap che a Lamezia vivono da anni senza godere dei servizi pubblici di assistenza e riabilitazione. Sarebbe civile impegnarsi per garantire nella struttura ospedaliera terapie specifiche per logopedia e apprendimento del linguaggio breil per i bambini affetti da patologie progressive sulla vista che attualmente risultano costretti a migrare verso strutture sì lametine ma con tariffe assai più onerose. Sono convinta che se la politica invece di strumentalizzazioni, si impegna a fare funzionare i servizi sanitari pubblici previsti, l’Ospedale di Lamezia non ha proprio nulla da temere e la sua crescita sarebbe inarrestabile. Le disfunzioni dipendono spesso da una cattiva abitudine a fare funzionare i servizi secondo criteri clientelari. Alla Politica una cosa va pretesa: attribuire ruoli in base all’effettiva capacità e competenza. E una volta introdotti i cambiamenti, sia costante la valutazione delle strutture per sviluppare una sana competizione a tutela della salute e delle tasche dei calabresi. E magari introdurre un metodo di valutazione oggettiva da parte degli utenti per orientare le scelte della politica. Insieme è possibile fare decollare in politica un modello nuovo mettendo al centro l’obbiettivo vero di offrire una sanità più efficace, più moderna ed anche economicamente più vantaggiosa, ribaltando una realtà che continua ad assorbire risorse per mantenere servizi senza utilità. Il cambiamento è soprattutto una questione culturale”.