L’Onorevole Covello ricorda le vittime innocenti della criminalità al Premio Giovanni Losardo
"Le vittime innocenti della criminalità organizzata in Calabria sono tante, circa 300 negli ultimi 50 anni, di cui. Per la maggioranza dei casi non si conoscono mandanti, esecutori e complici. Nella metà degli omicidi si è riusciti a definirne il contesto.” È quanto ha dichiarato l’Onorevole Stefania Covello intervenendo a Cetraro alla manifestazione per la consegna del "Premio Internazionale Giovanni Losardo".
“Mi piace qui ricordare alcuni, solo alcuni per mancanza di tempo, - prosegue la Covello - dei casi che hanno maggiormente colpito l'opinione pubblica: partendo proprio da Giovanni Losardo, già Sindaco di Cetraro e Segretario capo presso la Procura della repubblica del Tribunale di Paola; Giuseppe Valarioti, segretario della Sezione del PCI di Rosarno; Luigi Gravina, commerciante ucciso a Paola per aver detto no alle estorsioni della 'ndrangheta; Gennaro Musella ucciso con un'autobomba a Reggio Calabria; Francesco Borrelli maresciallo dei carabinieri, ucciso a Cutro per aver sventato un agguato ai danni di un boss locale; Antonino Scopelliti, magistrato, ucciso da 'ndrangheta e Cosa nostra; Salvatore Aversa (Medaglia d'oro al valor civile) sovrintendente della Polizia di Lamezia Terme e ucciso con la moglie, Lucia Precenzano; Gianluca Congiusta, imprenditore (assassinato a Siderno; Franco Fortugno, vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria; Lea Garofalo di Petilia Policastro, orribilmente torturata e uccisa a Monza. Mi fermo qui, potrei continuare a citare decine di nomi di persone comuni, servitori dello Stato, uomini delle istituzioni che per aver osato di opporsi o di combattere la criminalità mafiosa calabrese, sono stati barbaramente e senza pietà eliminati e uccisi. Storie drammatiche - continua- di uomini, donne, giovani e perfino bambini: i criminali non hanno risparmiato nessuno. La nostra battaglia, nel nome e in memoria di Giannino Losardo, deve continuare con sempre maggiore forza e determinazione, - conclude l’onorevole - in una colorazione stretta di tutte le istituzioni e i poteri dello Stato. Affinché non si debba mai verificare quello che diceva Corrado Alvaro: “La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sia inutile”.”